«Dietro questa storia c’è lo zampino di D’Alema...»

La mossa del leader dell’Unione scatena le reazioni del popolo ulivista: «Moretti fatti sentire: lancia il tuo urlo»

«Dietro questa storia c’è lo zampino di D’Alema...»
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Francesca Angeli Emanuela Fontana

da Roma

«Le zucchine a tre euro al chilo? Ma se ieri stavano alla metà». «Signò, qui non ce se capisce più niente non lo vede che pure Prodi sta a fà er difficile». Al mercato tra zucchine e spinaci spunta a sorpresa una mortadella. Il faccione, oramai non più bonario, di Romano Prodi viene evocato in tutte le conversazioni. Al bar, al mercato, al parco tra le signore che portano a spasso il cane. E nei discorsi la mortadella viene fatta a fette: la sparata del Professore non è piaciuta per niente. Un sintomo significativo dei sentimenti del popolo che vota a sinistra perché raccolto in una zona, il quartiere Trieste-Salario a due passi dai Parioli, che in un’epoca non troppo lontana era solidamente ed incrollabilmente di destra ma che negli ultimi dieci anni è stato conquistato dal centrosinistra strada dopo strada. Qui prima delle elezioni regionali sono venuti a fare propaganda per Piero Marrazzo Giovanna Melandri e il collega del Tg3 Fabio Cortese, pure lui candidato. E qui ieri mattina parlavano tutti dello scontro tra Prodi e Francesco Rutelli con un senso di smarrimento. «Secondo me dietro tutta ’sta storia c’è lo zampino di D’Alema», osservava una signora sui cinquanta sorseggiando il caffè al bar di piazza Crati. «Ma no è tutta colpa di Rutelli», replicava l’amica. «Prodi aumenta le divisioni», si diceva al mercato.
Così tra il popolo della strada. Sui siti, per gli analisti politici con il pallino del forum, ieri, in effetti, non si parlava d’altro. Al punto di discussione in rete di Repubblica in alcuni momenti arrivava addirittura un messaggio al minuto. «Un appello a Moretti: lancia il tuo urlo a nome di tutti!», implorava un frequentatore, Ciro Troise, per tagliare la testa a entrambi, gli ormai Cicoria (Rutelli) e Mortadella (Prodi). «Romano fermati! - scriveva Giotto - . Perché Prodi, invece di lavorare per un’unità possibile spinge ancor di più a voler spaccare quello che c’è già con una lista nuova?». Se qualcuno ringrazia: «Grazie Romano», c’è anche chi, impietosamente, torna al linguaggio da carrello della spesa: «Prodi ci ha messo un anno per presentare un nome, l’Unione, che a questo punto è addirittura grottesco. Ha lo stesso appeal di una mortadella».
Sul forum di Aprile, la testata on-line del correntone Ds, si ipotizza la secessione: «Il Correntone esca dai Ds». A proposito di Prodi: «Basta, non è affatto un leader politico». Idee piuttosto confuse nella discussione on-line del sito della Margherita. Se un frequentatore si espone con un «grazie Francesco per aver interpretato il pensiero di tutti noi, ossia che siamo un partito di CENTRO-sinistra», un altro annuncia: «Rutelli, io lascio la Margherita». Altri si associano, anche se «è proprio quello che vogliono er Cicoria e ortaggi vari», conclude amaro un frequentatore. C’è poi un invito a un «congresso subito». Infine lo zoccolo duro del forum dell’Unità: in un «appello a Prodi» c’è chi argomenta: «Basta professore, smorziamo i toni da ultima spiaggia».

Ancora: «La gente ha dato un assegno in bianco alla sinistra. Tutti vogliono incassarselo, e Prodi in primis». Il dibattito è arroventato, fino a sera, con il domandone del giorno: «Ma siete un partito politico o un negozio di alimentari?».

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