Dietrofront in consiglio: tagli a stipendi e vitalizi e i costi non aumentano

Il consiglio regionale raddrizza il tiro e si ridimensiona. I costi della politica verranno realmente ridotti. Solo pochi giorni fa l’aula si era spaccata sulla proposta di chiedere un milione e 200mila euro in più per coprire le spese di consulenze, auto blu e trasmissioni tv. E in attesa del voto sul conteso provvedimento, si torna a ragionare sui tagli. Inevitabili. Tra le varie voci da eliminare si discuterà anche del vitalizio percepito da Bruno Tabacci, ex presidente ed ora assessore al Bilancio per il Comune.
Di fatto i consiglieri si ridurranno lo stipendio e anche gli emolumenti per i gruppi consigliari riceveranno una bella sforbiciata. «Questa è la linea che avevo indicato all’inizio dell’estate - commenta il presidente lombardo Roberto Formigoni - e questa è la linea che mi aspetto il consiglio regionale voti in tempi molto rapidi». Così sarà. «Il mio auspicio - conferma infatti il presidente dell’aula Davide Boni - è che si possa arrivare a un documento condiviso entro la fine di novembre. Il dovere della politica è dare segnali, soprattutto in questo momento. Prima si arriva a una legge sul taglio dei costi della politica, meglio è». Boni tiene a precisare che gli sprechi sono ridotti e ilparlamentino lombardo ha risparmiato 8 milioni in due anni.
Al momento il consiglio conta 280 ex consiglieri a cui per legge va garantito un vitalizio. Uno scherzetto da 7 milioni di euro che con tutta probabilità verrà aggiustato: nel caso dei doppi vitalizi, come nel caso di Tabacci, se ne eliminerà uno e verranno anche riviste le regole per la reversibilità della pensione al coniuge. Già si è cominciato a fare qualche conto. Un comitato ristretto, composto dai rappresentanti di tutte le forze politiche, studierà una proposta di legge per tagliare le indennità di carica dei consiglieri regionali della Lombardia e altre voci di spesa legate al funzionamento del consiglio. Ieri si sono riunite le commissioni Bilancio e Affari istituzionali per un primo confronto. Alla base della discussione, tre progetti di legge presentati in ordine di tempo da Pd, Lega e Pdl che prevedono un taglio del 10% delle indennità. Relatore è stato nominato Paolo Valentini, capogruppo del Pdl. «Avremmo preferito che questo ruolo, vista la delicatezza del tema, fosse stato dato alla minoranza, ma collaboreremo lo stesso» protesta Franco Mirabelli (Pd). Valentini si limita a precisare che «l’importante è fare in fretta, senza dare ulteriore enfasi al tema, altrimenti andremmo dietro alla deriva mediatica». Il Pd chiede anche l’abrogazione dell’assegno vitalizio dalla prossima legislatura, la Lega chiede invece di rimodulare l’assegno vitalizio sulla base del taglio del 10% e di modificare al ribasso i budget riservati ai gruppi consiliari. Non solo, il Carroccio chiede anche che vengano tagliati i sottosegretari modificando lo statuto.

Il Pdl prevede a sua volta l’abrogazione delvitalizio ed elenca varie voci di spesa degli organi consiliari ai quali applicare, dal prossimo gennaio, un taglio del 10%. Sel ha fatto sapere che spingerà per un taglio delle indennità più alto, al 25%. Unica forza politica assente all’avvio dell’iter legislativo, l’Idv.

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