DIFENDETELA!

Brasiliano? Sì, ma di passaporto, perché in campo Luiz Gustavo è più tedesco di molti giocatori della Nationalmannschaft. Duro come Van Bommel, deciso come Schweinsteiger, nonostante sia arrivato in Baviera solamente a gennaio per la non indifferente cifra di 17 milioni di euro, Luiz Gustavo si è subito imposto quale elemento fondamentale per i fragili equilibri del Bayern Monaco, squadra tanto imprevedibile e fantasiosa in attacco quanto vulnerabile nelle retrovie. La diga eretta a centrocampo dal brasiliano nell'andata a San Siro è risultata non meno efficace degli spunti di Robben sulla fascia. Lo stesso Luiz Gustavo si descrive così: «Il mio gioco è sempre stato improntato su tre concetti: organizzazione, disciplina, gioco per la squadra. Potrei stupirvi con qualche effetto speciale palla al piede, come fanno molti miei connazionali, ma non sarebbe il mio stile. Per me il calcio è semplicità ed efficacia».
La rottura con Mark van Bommel, culminata con la partenza dell'olandese a gennaio, è stata una delle prime crepe che hanno minato alle fondamenta il rapporto tra Louis van Gaal e la dirigenza del Bayern, arrivato al punto di non ritorno dopo l'uscita dalla Coppa di Germania e l'addio al titolo in Bundesliga. Un Van Gaal che ieri in conferenza prepartita si è esibito anche in un siparietto con Mario Gomez, autore dell’1-0 dell’andata al 90’. «Mario domani a che minuto segnerai?», ha chiesto il tecnico. E il centravanti ha risposto: «Mister, in che minuto vuole che segni?».
Risolto, a parole, il problema del gol, Van Gaal è riuscito a sistemare anche le retrovie, ovviando alla partenza di Van Bommel proprio grazie alla versatilità di Luiz Gustavo, schierato come mediano, difensore centrale o, all'occorrenza, anche laterale sinistro. Non è un caso che la peggior debacle del Bayern nel 2011, il 3-1 sul campo dell'Hannover che ha sancito il divorzio tra il Bayern e Van Gaal il prossimo giugno, sia coincisa con l'assenza del brasiliano.
Non un giocatore da luci della ribalta, Luiz Gustavo, ma uno che piace agli addetti ai lavori, anche grazie ad un piede ben educato che gli permette di coniugare qualità e sostanza. A gennaio Ralf Rangnick si è dimesso da allenatore dell'Hoffenheim proprio in seguito alla cessione del centrocampista al Bayern.

Il ct della Germania Joachim Löw ha dichiarato di voler convocare il giocatore non appena avrà ottenuto il passaporto tedesco. Il Bayern non può sopravvivere senza le giocate di Arjen Robben e Franck Ribery. Ma i pericoli per l'Inter possono arrivare anche dalla classe operaia.

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