«Le farmacie hanno un ruolo fondamentale nel processo di sicurezza, i continui controlli ai quali sono sottoposte ne fanno un presidio insostituibile. Aprire una breccia nel sistema di cautele che deve circondare la vendita dei farmaci agevola lattività dei gruppi criminali». Con queste parole Luigi De Ficchy, sostituto procuratore nazionale antimafia, denuncia il reale rischio di contraffazione dei farmaci ed il pericolo che minaccia tutti i pazienti. La liberalizzazione permessa dal primo decreto Bersani e la discussione in atto in Parlamento per la vendita nei supermercati e parafarmacie di medicinali di fascia C con obbligo di ricetta, rende meno sicuro un sistema che invece va protetto, afferma il magistrato preoccupato della possibile crescita della contraffazione dei medicinali che, secondo lOrganizzazione mondiale della sanità, rappresenta già il 7% dei farmaci venduti nel mondo.
La stessa Gran Bretagna, considerata allavanguardia nella liberalizzazione del settore farmaceutico, ha lanciato una offensiva contro le contraffazioni attraverso la sua agenzia del farmaco (Mhra). Unalta percentuale del traffico farmaceutico è gestita dalla criminalità cinese, che anche nel nostro Paese è attiva nella vendita di merci contraffatte ed ha stretto rapporti operativi con la camorra nel Lazio ed in Campania. Per questo sostiene il magistrato - si deve aumentare il numero delle farmacie ed aumentare i controlli lungo la catena distributiva dei farmaci per salvaguardare la salute dei cittadini. Il New York Times ha scritto che aziende farmaceutiche cinesi già indagate per contraffazione vendevano tranquillamente in Italia i loro prodotti alla più grande fiera del settore che si è tenuta a Milano allinizio di ottobre. Queste aziende ha denunciato il quotidiano - hanno fatto affari con imprese occidentali e molti dei loro manager affermavano di non aver mai subito controlli in Occidente.
«È un problema per cui ci battiamo da anni», afferma Gian Mario Baccalini, presidente di Aschinfarma, lassociazione dei produttori italiani di materie prime per lindustria farmaceutica. LItalia aggiunge è lunico Paese in Europa con regole ferree che impongono ispezioni a tutti i fornitori, ma nel resto del continente non ci sono controlli. Chiunque può vendere principi attivi provenienti da industrie non certificate e il 75 per cento dei farmaci generici venduti in Europa sono prodotti con principi attivi che vengono da Cina e India».
Le aziende chimiche che operano in Cina sono stimate in più di ottantamila, un numero talmente elevato che è difficile per lautorità regolatoria cinese controllarle tutte. Inoltre queste imprese fabbricando sostanze chimiche e non direttamente medicine non devono sottostare ad alcun controllo. Una lettera del Comitato per il commercio Usa a seguito di una ispezione in India ha chiesto alla Food and Drug Administration di rafforzare i controlli sulle importazioni di sostanze chimiche. Secondo Pharmaceutical Security Institute, lorganismo di controllo statunitense, un dollaro «investito» nelleroina dalle organizzazioni criminali ne rende venti, 500 nelle contraffazioni farmaceutiche. Le dimensioni di questa attività sono stimate in 3,5 miliardi di dollari dalla Food and Drug Administration, e in 35 miliardi dalla Organizzazione mondiale della sanità. Secondo questo organismo nei Paesi in via di sviluppo una pillola su dieci è falsa, una su cento nei Paesi industrializzati. Nel 2006 mezzo milione di confezioni illegali sono state fermate alle frontiere europee. Ma dal 2004 al 2005 la contraffazione dei farmaci è cresciuta del 40 per cento. È stata compilata una lista dei Paesi più a rischio. La qualità delle contraffazioni è sempre più sofisticata ed anche per questo molti esperti sostengono i farmaci di marca che offrono garanzie al medico ed al paziente.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.