Difensore a oltranza anche dei clandestini

Monsignor Agostino Marchetto già lo scorso giugno si era scagliato contro l’introduzione del reato di immigrazione clandestina: «Nessuno straniero irregolare può essere privato della libertà personale o soggetto a pena detentiva a causa di un’infrazione amministrativa». Soltanto qualche giorno fa, invece, lanciava l’idea di un cappellano su ogni nave da crociera: «È di estrema importanza che la Chiesa viaggi assieme a chi va in crociera: una nave con 5.000 persone, per esempio, per noi è una parrocchia galleggiante. I marittimi, poi, spesso vivono in mare per mesi, separati dalle famiglie e dagli amici».
Oltre che essere uno storico ufficiale della Santa Sede, Monsignor Marchetti ha alle spalle 30 anni di intensa carriera diplomatica, con spostamenti da una parte all'altra del mondo con incarichi dapprima in Zambia e Malawi. Tra il 1970 e il 1975 si è spostato a Cuba, per poi tornare nuovamente in Africa, in zone musulmane come Algeri,e con speciali incarichi in Marocco, Tunisia, Libia e in Mozambico. È stato pro-nunzio in Madagascar e nelle isole Mauritius. Nel 1990 viene inviato come nunzio apostolico in Tanzania, infine con lo stesso incarico in un altro punto nevralgico della fede: a Minsk in Bielorussia.

Rientrato a Roma a cavallo del 2000, per circa tre anni è stato Osservatore permanente per la Santa Sede presso il Comitato Fao sulla Sicurezza mondiale alimentare, per poi ricoprire la carica di segretario del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti.

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