Politica

La difesa dell’ex segretario Ppi: "I tesorieri avevano autonomia"

"ll problema della vendita del patrimonio del partito esisteva, perché bisognava coprire i debiti"

Ecco le dichiarazioni rese a verbale da Pierluigi Castagnetti finite agli atti di ambedue i processi (Roma e Perugia) collegati alla sparizione del patrimonio immobiliare della Dc. Dice Castagnetti. «(...) In ordine alla gestione del patrimonio immobiliare, ricordo che dopo lo scioglimento della Dc i segretari politici del Ppi furono prima Martinazzoli e poi Buttiglione, mi sembra che all’epoca il tesoriere fosse Alessandro Duce. Dopo la scissione in Ppi-Gonfalone e Cdu i cui tesorieri sono stati due: Duce per il Cdu e Pierluigi Castellani per il Ppi (...). Non mi sono mai interessato del patrimonio immobiliare del Ppi (...). Il problema della vendita del patrimonio immobiliare del Ppi esisteva perché c’era la necessità di provvedere a coprire i debiti contratti dalla gestione della Dc.

I debiti erano verso terzi e verso banche. Vi era quindi l’esigenza di vendere tutto il patrimonio ex Dc al fine di poter coprire i debiti con i ricavati delle vendite (...). Non ricordo esattamente l’entità dell’esposizione debitoria, ammontante sicuramente a qualche decina di miliardi di lire. Il patrimonio era gestito dall’ex deputato Romano Baccarini congiuntamente al tesoriere del Cdu (...). Al momento della mia elezione nella fine del ’99, Baccarini venne confermato nella carica di tesoriere dal Consiglio nazionale. Tengo a sottolineare che i tesorieri del Ppi e del Cdu agivano congiuntamente per la gestione e per la vendita del patrimonio comune, anche in forza del vincolo creato dalla cosiddetta “sentenza Macioce” di liquidare definitivamente il patrimonio immobiliare della ex Dc (...). La scelta degli acquirenti per gli immobili da vendere veniva effettuata dai tesorieri dei due partiti, che avevano piena autonomia e titolo».

Castagnetti entra così nel vivo del problema: «Il congresso del Ppi nel marzo 2002 decise di dar vita insieme al partito dei Democratici, dell’Udeur, di Rinnovamento Italiano, ad un nuovo soggetto politico denominato La Margherita (...) e questo organismo elesse un nuovo tesoriere: fino al marzo 2002 il tesoriere era Romano Baccarini. Il nuovo tesoriere fu votato nella persona di Luigi Gilli e contestualmente questo comitato assegnò la rappresentanza legale oltre che a Luigi Gilli anche al dottor Nicodemo Oliverio. Il patrimonio del Ppi non è confluito al partito della Margherita (...). Per vari motivi, forse anche di natura caratteriale, in quel periodo Baccarini non godeva più della fiducia del gruppo dirigente. Sicuramente tra i motivi vi era quello delle trattative per le vendite del patrimonio immobiliare a un prezzo che non ci sembrava congruo. Sicuramente pensavamo che la cessazione dalla carica del tesoriere in coincidenza del congresso del 2002 e la nomina di un nuovo tesoriere si sarebbe potuto intervenire in tempo utile prima della definizione del contratto di vendita (...). Ricordo con precisione che un mio collaboratore mi aveva segnalato che il prezzo non era sicuramente vantaggioso, anzi il congresso, con la nomina del nuovo tesoriere, avrebbe senza dubbio dovuto bloccare quel compromesso.

Successivamente Luigi Gilli una volta preso possesso del suo incarico, mi riferiva che il potenziale acquirente era un soggetto che non dava garanzie. Non ho nessun motivo di sospetto su Baccarini, infatti quando gli contestai l’opportunità di quella operazione economica, lui la difese con argomentazioni tecniche a mio parere non condivisibili (...). I nomi dell’Immobiliare Europa e del signor Zandomeneghi mi sono stati riferiti da Gilli. Erano gli acquirenti di cui ho appena parlato, non ho mai visto Zandomeneghi Angiolino né so concretamente chi sia. Mi si diceva che era di Verona (...). Gilli mi riferì che l’Immobiliare Europa era stata dichiarata fallita ma non ricordo in che periodo. Non conosco nessun dettaglio della procedura fallimentare né conosco il dottor Baccarini che voi mi dite essere il giudice delegato alla procedura (...). Non mi risultano sollecitazioni per una trattazione in tempi rapidi (...). Se ebbi contatti con la segreteria del Cdu nell’imminenza del contratto di vendita? Alcuni mesi prima del marzo 2002 incontrai l’onorevole Buttiglione in piazza del Gesù al fine di sbloccare la situazione di Palazzo Sturzo sul quale gravava un’ipoteca di alcuni miliardi di lire (...).

Lo scopo dell’istanza di fallimento dell’Immobiliare Europa era solo quello di bloccare la vendita e iniziare trattative o su basi nuove o con altri acquirenti».

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