«Ho lavorato per 45 anni nel mondo dello shipping e non ho mai avuto problemi con la giustizia, perché non ho mai fatto nulla contro la legge. Poi sono arrivato alla guida dellAutorità portuale più importante del Mediterraneo e dopo tre settimane avrei iniziato a delinquere e lo avrei fatto per quattro anni». Così ha detto Giovanni Novi, ex presidente dellAutorità portuale di Genova, nel corso del processo di appello che lo vede imputato insieme ad altre sei persone nellambito dellinchiesta, iniziata nel 2007, per lassegnazione del terminal Multipurpose. Durante ludienza di ieri, lex presidente ha rilasciato spontanee dichiarazioni. «Io mi rivolgo a questa Corte - ha continuato - per chiedere come, pur non avendo avuto alcun interesse privato nella gestione, io possa avere fatto tutto quello che mi viene contestato».
Ieri ha continuato il giudice relatore Marco Bacci, che ha ripercorso tutte le accuse e le fasi del processo di primo grado. Le accuse che erano state mosse, a vario titolo, sono quelle di turbativa dasta, truffa per il risarcimento da un milione e 700 mila euro riconosciuto dal Comitato portuale alla Compagni Unica, concussione e falso. La sentenza era stata emessa il 17 settembre 2010. Giovanni Novi era stato condannato a due mesi solo per una presunta turbativa dasta, mentre era stato assolto dagli altri 12 capi di imputazione. Gli altri imputati, invece, sono stati condannati a due mesi ciascuno, sempre per turbativa dasta. Sono lex segretario generale dellAutorità portuale, Alessandro Carena, lavvocato Sergio Maria Carbone, noto docente universitario ed ex consulente dellAutorità Portuale, e larmatore Aldo Grimaldi. Erano stati assolti lavvocato generale dello Stato, Giuseppe Novaresi, lex dirigente dellAutorità Portuale Filippo Schiaffino, limprenditore della logistica Aldo Spinelli, e il vice console della Culmv, Valter Marchelli.
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