
Anche l'Italia dovrebbe fornire il suo contributo all'operazione della Nato denominata Sentinella dell'Est per rafforzare il contingente dispiegato lungo il fronte orientale dei confini dell'Alleanza Atlantica. In seguito allo sconfinamento dei droni russi sullo spazio aereo della Polonia ci sono diverse ipotesi sul tavolo, compresa quella di inviare altri due caccia e quella di allungare il tempo di permanenza del Samp-T presente già in Estonia. Per quanto riguarda i due caccia, in particolare, potrebbero essere impegnati gli Eurofighter. Dal canto suo il ministero della Difesa di Roma ha fatto sapere di non a ancoraver alcuna ricevuto richieste ufficiali di alcun tipo.
Via all'operazione Sentinella dell'Est
Il programma "coinvolgerà una serie di risorse di alleati, tra cui Danimarca, Francia, Regno Unito, Germania e altri. Oltre alle capacità militari più tradizionali, questo sforzo includerà anche elementi progettati per affrontare le sfide specifiche associate all'uso dei droni", aveva spiegato il Segretario della Nato, Mark Rutte. Gli alleati hanno annunciato lo schieramento iniziale delle loro forze. Alcuni esempi: la Danimarca contribuirà con due F-16 e una fregata antiaerea, la Francia con tre Rafale mentre la Germania con quattro Eurofighter. E l'Italia? L'opzione più accreditata coincide con l'invio di due caccia Eurofighter o F-35. Si parla anche di mantenere più a lungo il Samp-T sul territorio estone.
Una prima ricognizione su quanto ogni Paese potrà offrire in termini di uomini e mezzi, ha scritto Ansa, sarà fatta mercoledì prossimo nel quadro della consueta riunione del Consiglio Atlantico (Nac). Da non escludere la possibilità di creare un'area cuscinetto - una specie di no-fly zone in scala ridotta - a cavallo fra Polonia e Ucraina. L'idea, in caso di una nuova sortita di droni russi, sarebbe quella di abbatterli prima che entrino nello spazio aereo Nato. Il messaggio inviato alla Russia dalla Nato appare in ogni caso chiaro: da ora in poi il Cremlino dovrà pensare molto attentamente a quel che farà e come lo farà.
Il possibile contributo dell'Italia
Come ha sottolineato Il Corriere della Sera, l’Italia in tutto schiera sul fianco est della Nato circa 2000 unità dell'esercito. Attualmente Roma sul fronte Est dell'Alleanza Atlantica ha contingenti in Estonia, Lettonia, Bulgaria e Ungheria. Proprio dalla task force dislocata nella base estone di Amari nella notte tra martedì e mercoledì si è alzato in volo un G-550 Caew, aereo da ricognizione che ha svolto un'azione di vigilanza dopo lo sconfinamento di droni russi sui cieli polacchi. Ad Amari c'è anche un Samp-T, sistema antimissile il cui impiego potrebbe essere prorogato nell'ambito della nuova missione. Qui i militari inviati da Roma operano nell'ambito della Nato air policing, missione che punta a preservare la sicurezza dello spazio aereo dell'Alleanza.
La Task Force 32nd Wing - Baltic Eagle III coadiuva gli alleati schierati in Lituania a Siauliai nella salvaguardia dello spazio aereo baltico. È responsabile delle operazioni di pattugliamento e intercettazione aerea sotto il coordinamento del Combined air operations centre di Uedem, in Germania. Composta da personale dell'Esercito e dell'Aeronautica altamente specializzato, ha assunto la responsabilità della sorveglianza dello spazio aereo baltico dallo scorso 1 agosto. Dall'ottobre 2022 l'Italia ha, inoltre, assunto il ruolo di nazione guida del Battle Group della Nato schierato in Bulgaria. Il Battle Group a guida italiana conta 740 tra donne e uomini dell'Esercito, a cui si aggiungono i contributi forniti da Usa, Bulgaria, Albania, Grecia, Montenegro, Macedonia del Nord.
La risposta del Ministero della Difesa
"Al momento, come il ministro della Difesa ha già dichiarato, non è giunta ancora alcuna richiesta ufficiale al dicastero e pertanto non è stata assunta alcuna decisione in tal senso", è la precisazione ufficiale arrivata dallo stesso ministero della Difesa.
Le eventuali valutazioni sul contributo nazionale alle missioni della Nato vengono, infatti, esaminate esclusivamente nelle sedi competenti dell'Alleanza Atlantica e successivamente sottoposte, come da prassi, all'approvazione degli organi istituzionali italiani. "Invitiamo, pertanto, a considerare infondate le ricostruzioni che anticipano decisioni non ancora assunte", ha quindi concluso lo stesso ministero.