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I tre droni e la super intelligence cinese: cosa svelano le foto satellitari

La foto che sta circolando sui social risalirebbe allo scorso novembre e mostrerebbe sostanzialmente tre droni parcheggiati presso l'aeroporto di Anshun. Ecco qual è la strategia della Cina

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Utilizzare, o meglio incorporare, i sistemi a pilotaggio remoto nella condivisione di dati e immagini del campo di battaglia con risorse umane in carne ed ossa. Creando così una rete interconnessa e profonda, pronta di fronte ad ogni evenienza militare. È questa la strategia che sta affinando la Cina in preparazione ad eventuali e ipotetiche prossime guerre o crisi regionali. Il concetto cinese di “intelligentized warfare” - traducibile come guerra intelligentizzata, ovvero effettuata mediante l'impiego di modalità informatizzate e ultra tecnologiche – è ben sintetizzato dal Divine Eagle Airborne Warning and Control System (AWACS), un sistema aereo senza pilota immortalato da alcune foto satellitari accanto ad altri mezzi strategici: il drone da ricognizione e sorveglianza WZ-7 Soaring Dragon e un veicolo aereo da combattimento senza pilota (UCAV) stealth non meglio identificato.

I jolly militari della Cina

La foto che sta facendo il giro dei social, risalirebbe allo scorso novembre e mostrerebbe sostanzialmente tre droni parcheggiati presso l'aeroporto di Anshun: quello cerchiato in verde è il drone da ricognizione WZ-7, il grande UAV con i bracci gemelli cerchiati in blu è il Divine Eagle, mentre il drone più piccolo del tipo ad ala volante potrebbe essere un CS-500T UCAV. Insieme al GJ-11, rappresenta la prossima generazione di UCAV cinesi.

Come ha spiegato nel dettaglio il sito Eurasiantimes, il Divine Eagle trasporta due grandi sistemi radar sulle sue due travi di coda. Il suo vantaggio più grande coincide con la sua lunga durata dovuta all'eliminazione delle limitazioni imposte dalla resistenza umana. Le piattaforme di supporto come l’AWACS sono obiettivi sensibili e sarebbero attivamente ricercate dal nemico. Il WZ-7, invece, è in grado di raccogliere informazioni elettromagnetiche sulle emissioni radar e sulle posizioni terrestri nemiche volando ad alta velocità. La sua più grande capacità? Generare in tempi rapidi un quadro generale delle minacce che i jet cinesi potrebbero affrontare da terra.

I droni di Pechino

La Cina non ha sviluppato questi sistemi per la mancanza di un esercito convenzionale, quanto per migliorare la sua efficienza. Nello specifico, le piattaforme senza equipaggio offrirebbero sia maggiore resistenza, sia una migliore tecnologia - insieme agli aerei a pilotaggio convenzionale – nel corso di una fantomatica campagna militare.

Lo scorso dicembre altre foto satellitari avevano immortalato un ipotetico modello del drone stealth cinese GJ-11 Sharp Sword. Nelle immagini, rilanciate sui social media e scattate a Wuhan, si poteva notare il velivolo parcheggiato a bordo di una struttura di prova, a grandezza naturale, che avrebbe dovuto imitare le fattezze della terza portaerei della Cina, la Type 003, chiamata anche Fujian, e lanciata nel giugno 2022.

I media cinesi hanno infatti più volte spiegato che il drone in questione avrebbe prestato servizio a bordo delle portaerei dell'esercito, in quella che è stata descritta come una ricognizione non armata. Come se non bastasse, le forze armate cinesi hanno anche iniziato a testare droni molto più piccoli a bordo di portaerei senza la necessità di catapulte e dispositivi di arresto.

Diversi esempi di almeno due diversi tipi di droni commerciali o di derivazione commerciale con capacità di decollo e atterraggio verticale sono già stati utilizzati dal ponte della portaerei cinese Shandong.

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