Putin mette alla prova le difese Nato: ecco perché i droni russi hanno sconfinato in Polonia

Nella notte una decina di droni kamikaze russi hanno sconfinato in Polonia durante un massiccio attacco all'Ucraina. Cosa si nasconde dietro quest'azione?

Putin mette alla prova le difese Nato: ecco perché i droni russi hanno sconfinato in Polonia
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Nella notte appena trascorsa, durante l'ennesimo massiccio attacco di droni russi in Ucraina, una parte di essi ha sconfinato penetrando in Polonia.

Parlando prima di una riunione di emergenza del governo, il primo ministro polacco Donald Tusk ha affermato che lo spazio aereo è stato violato da un numero “enorme” di droni russi, mentre l'aeronautica militare ucraina riferisce che 8 di essi hanno sconfinato verso la Polonia. Tusk ha anche affermato che i droni, di tipo Geran-2, che rappresentavano una minaccia sono stati abbattuti da piloti polacchi e della NATO (con l'aiuto di F-35 olandesi). “Questa è la prima volta che droni russi vengono abbattuti sul territorio di un Paese della NATO. Tutti i nostri alleati stanno prendendo la situazione molto seriamente. Non abbiamo registrato vittime”, ha affermato il primo ministro polacco, aggiungendo che si è trattato probabilmente di una “provocazione su vasta scala” da parte della Russia.

La tensione tra Polonia e la Russia è aumentata, e non solo per via dell'intrusione dei droni come vedremo, al punto che la Forza di Difesa Territoriale polacca ha annunciato la riduzione dei tempi di presentazione per i soldati. La forza, composta da soldati professionisti e volontari part-time, ha chiesto ai soldati di quattro province orientali di presentarsi entro sei ore qualora ricevessero una richiesta. Una modifica dei tempi di mobilitazione effettuata in risposta a quella che il reparto definisce una “violazione dello spazio aereo polacco e dispiegamento di squadre di ricerca e soccorso a terra”.

La Polonia, nella giornata di martedì, ha annunciato la chiusura totale del confine con la Bielorussia a partire da giovedì 11 in risposta a un'importante esercitazione militare russa. Mosca sta per dare il via all'esercitazione Zapad 2025, un'esercitazione congiunta con la Bielorussia, che si tiene circa ogni quattro anni per simulare uno scontro con i paesi NATO nell'Europa orientale. L'edizione del 2023 è stata rinviata, per motivazioni belliche, e il suo recupero quest'anno ha destato allarmi nelle cancellerie dei Paesi orientali dell'Alleanza Atlantica con la motivazione che la mobilitazione delle forze russe durante l'edizione del 2021 ha preceduto l'invasione dell'Ucraina.

Tusk ha affermato che le esercitazioni “molto aggressive” hanno spinto Varsavia a chiudere il confine con la Bielorussia, aggiungendo che “stiamo affrontando un numero crescente di provocazioni da parte di Russia e Bielorussia”. Zapad 2025 (Ovest in russo), che si svolgerà dal 12 al 16 settembre, coinvolgendo decine di migliaia di soldati russi e bielorussi in manovre nei pressi di Polonia e Lituania.

Tornando allo sconfinamento dei droni russi di stanotte, è difficile pensare che si sia trattato di un incidente considerando il numero dei Geran-2 coinvolti: le stime più verosimili parlano di una decina di loitering munitions (munizioni vaganti) che hanno violato lo spazio aereo polacco e si sono addentrati per chilometri nel Paese, provocando anche la chiusura temporanea dell'aeroporto di Varsavia per sicurezza. Un incidente avrebbe coinvolto, come già accaduto, qualche singolo drone, invece da quello che sappiamo da fonti OSINT (Opern Source Intelligence), è stato un piccolo sciame di droni a sconfinare dal territorio ucraino.

Molto probabilmente la Russia ha voluto rispondere, in modo alquanto provocatorio, alla chiusura del confine polacco con la Bielorussia e al contempo dimostrare una volta di più che non è solo lo spazio aereo russo a essere permeabile a questo tipo di minaccia – particolarmente insidiosa – ma anche quello dell'Alleanza Atlantica. Abbattere un drone di piccole dimensione, come una loitering munition, è complicato e richiede lo schieramento di una serie di assetti per la sua individuazione, tracciamento e abbattimento.

Assetti che la NATO non ha dispiegato lungo il suo fronte orientale, pertanto è ragionevole pensare che si sia trattato di un atto dimostrativo rivolto anche a saggiare le difese dell'Alleanza da questo tipo di minaccia.

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