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F-35, droni, B-52 e nave Cavour: perché Neptune Strike è l’esercitazione più ambiziosa della Nato

Il gruppo d'attacco di nave "Cavour" si addestra insieme a quello britannico del "Prince of Wales" per raggiungere la piena intercambiabilità degli assetti durante Neptune Strike 25

F-35, droni, B-52 e nave Cavour: perché Neptune Strike è l’esercitazione più ambiziosa della Nato
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Il Carrier Strike Group (Csg) italiano ha lasciato la base navale di Taranto per prendere parte all'esercitazione navale della Nato Neptune Strike 25-4, un'attività di vigilanza addestrativa e di vigilanza pensata per migliorare la prontezza, la deterrenza e la coesione nell'ambito marittimo.

Neptune Strike è cominciata il 19 novembre scorso e terminerà ufficialmente il 25 e oltre alla presenza italiana e britannica vedrà la partecipazione di bombardieri B-52H della Bomber Task Force statunitense, oltre ad ulteriori risorse militari e personale di supporto da Bulgaria, Francia, Grecia, Norvegia, Polonia, Romania, Turchia e naturalmente Stati Uniti. Le unità partecipanti opereranno prevalentemente nel Mar Mediterraneo, con attività che si svolgeranno anche nelle regioni del Baltico e del Mar Nero, comprese operazioni aeree su lunghe distanze. Per la prima volta in assoluto, Neptune Strike include, oltre alla presenza dei B-52H, velivoli senza pilota (Uav – Unmanned Air Vehicle) a lungo raggio della Forza di Intelligence, Sorveglianza e Ricognizione della Nato (Nisrf) di stanza a Sigonella, in Sicilia, rappresentati dagli RQ-4D dell'U.S. Air Force.

Il gruppo navale italiano è incentrato sulla portaerei “Cavour” e sulla sua componente aerea imbarcata composta da F-35B e AV-8B, ed è composto dal cacciatorpediniere “Andrea Doria” e dalla nave da rifornimento d'altura e logistica “Vulcano”. Il Csg nazionale opererà in stretto coordinamento con quello della Royal Navy incentrato sulla portaerei di classe Queen Elizabeth “Prince of Wales”, che ha recentemente ottenuto la certificazione Full Operational Capability durante l'esercitazione Falcon Strike tenutasi la scorsa settimana.

Questo dispiegamento congiunto mira a rafforzare ulteriormente l'interoperabilità tra le marine alleate, in particolare tra quelle britannica e italiana entrambe dotate di unità portaeromobili che utilizzano la versione B del caccia F-35, a decollo corto e atterraggio verticale. Questa peculiarità ha permesso un livello di integrazione pressoché totale, raggiungendo la vera e propria intercambiabilità grazie a un iter addestrativo che ha visto, in passato, operazioni cross-deck tra le portaerei della Royal Navy e della Marina Militare italiana. Operazioni che verranno ancora effettuate per continuare sulla strada dello sviluppo di capacità congiunte e interoperabilità in modo da poter garantire la sicurezza sui mari del Fianco sud dell'Alleanza e soprattutto la possibilità futura di operare congiuntamente a lungo raggio.

La Marina Militare riferisce, a tal proposito, che “il Gruppo d'Attacco Portaerei italiano [...] incentrato sulla portaerei Cavour e sulla sua componente aerea imbarcata, opererà in stretta integrazione con il Gruppo d'Attacco Portaerei britannico, consolidando l'interoperabilità e le capacità congiunte tra gli alleati”.

La Royal Navy fa invece sapere che il gruppo d'attacco del “Prince of Wales” è ora pienamente pronto per la missione, avendo trascorso le ultime due settimane ad addestrarsi con un numero maggiore di caccia F-35B nel Mediterraneo. In conformità coi requisiti del Regno Unito per raggiungere la piena capacità operativa, la portaerei ha imbarcato 24 caccia, effettuando quasi 50 sortite dal 3 al 14 novembre insieme ad aerei italiani, greci, francesi e statunitensi durante Falcon Strike. L'aumento dei caccia imbarcati da 18 a 24 ha rappresentato il più grande contingente di caccia di quinta generazione mai riunito su una portaerei di classe Queen Elizabeth.

A testimoniare la capacità di intercambiabilità raggiunta in ambito Nato ed europeo della nostra Marina Militare, c'è la presenza nel Csg britannico della fregata classe Fremm “Luigi Rizzo”, che si è unità al gruppo durante la sua presenza nel Mediterraneo. Il Csg del “Prince of Wales” è composto dal cacciatorpediniere “Dauntless”, dalla fregata “Richmond” (entrambe unità della Royal Navy) e dalla fregata norvegese “Roald Amundsen”.

Tornando alla presenza dei bombardieri statunitensi, la Bomber Task Force Europe 26-1 è arrivata l'8 novembre alla base aerea di Moron, in Spagna, proveniente dalla base aerea di Barksdale, in Louisiana, e condurrà missioni di attacco a lungo raggio, connesse a Neptune Strike, su poligoni di addestramento in Bulgaria, Polonia e Romania, supportati e coordinati da vari assetti aerei e terrestri della Nato.

Non è stato comunicato se, nell'ottica delle operazioni multidominio, ci saranno simulazioni nel dominio cyber, ma solitamente le manovre di questo tipo lo prevedono per dare il massimo grado di realismo possibile alle operazioni.

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