Mossa mai vista della Cina: inviate due portaerei in mare: ecco cosa sta preparando Pechino

Le tre portaerei cinesi, accompagnate dai loro gruppi da battaglia, non si erano mai spinte così lontano dalla costa. Il messaggio sembra essere chiaro, Pechino può proiettare la sua forza nel globo come mai prima d'ora

Mossa mai vista della Cina: inviate due portaerei in mare: ecco cosa sta preparando Pechino

Il Dragone cinese guarda oltre l'orizzonte, e dall'inizio di maggio invia le ammiraglie della sua flotta nel Mar Giallo e nel Pacifico, più lontano dalla costa di quanto si fossero mai spinte.

La Marina dell'Esercito Popolare di Liberazione cinese, con in testa la portaerei Shandong, ha condotto esercitazioni a nord delle Filippine, mentre la portaerei Fujian, la prima portaeromobili interamente sviluppata dalla Cina, ha effettuato prove in mare in acque contese a ovest della penisola coreana. Nel frattempo la vecchia portaerei Liaoning conduceva esercitazioni nelle acque del Pacifico della zona economica esclusiva del Giappone. Un segno "evidente" delle capacità di proiezione di potenza maturate e raggiunte da Pechino. Che può spingersi, contemporaneamente, verso più poli, nonostante sia solo all'inizio della sua esperienza come potenza dei mari.

La proiezione di potenza della Pla Navy

Gli analisti che stanno seguendo i movimenti della flotta cinese hanno osservato che le esercitazioni nel Pacifico hanno riguardato "specificamente" le aree attraverso le quali "il supporto navale statunitense a Taiwan, in caso di conflitto, avrebbe dovuto transitare". Mentre la Cnn riporta che funzionario della sicurezza taiwanese ha dichiarato che durante il mese di maggio, la Marina dell'Esercito Popolare di Liberazione cinese ha "regolarmente schierato circa 70 navi da guerra e della guardia costiera nelle acque del primo arcipelago, dal Mare di Bohai e dal Mar Giallo fino allo Stretto di Taiwan e al Mar Cinese Meridionale". Sottolineando come le capacità di "proiezione di potenza" della Repubblica popolare cinese vadano "oltre le esigenze difensive della Cina".

Informazione che non giunge nuova, considerando che Pechino ha lanciato da diversi anni un programma di rafforzamento della flotta che punta ad eguagliare il numero di portaerei schierate dalla Marina degli Stati Uniti entro il 2050.

Attualmente solo gli Stati Uniti, hanno la capacità di operare due o più gruppi d'attacco di portaerei a tale distanza. I gruppi d'attacco delle portaerei dell'Us Navy sono composti da incrociatori o cacciatorpediniere, navi appoggio e almeno un sottomarino. Secondo quanto riportato degli che monitorano la situazione, i gruppi di portaerei cinesi nel Pacifico hanno una formazione analoga al seguito, e includono "alcune delle navi di superficie più recenti e potenti" schierate della Marina cinese.

Le ambizioni del Dragone cinese

Il portavoce della Marina cinese ha affermato che "le formazioni di portaerei Liaoning e Shandong della Marina cinese si sono recentemente recate nel Pacifico occidentale e in altre acque per condurre un addestramento volto a testare le capacità di difesa marittima e di combattimento congiunto delle truppe. Si tratta di un addestramento di routine". Aggiungendo che le manovre di esercitazione "non sono mirate a paesi specifici".

Ciò nonostante, le potenze regionali preoccupate dallo spettro dell'espansionismo cinese sono convinte che il rafforzamento della flotta e le manovre che prevedono uno simile schieramento di portaerei così distanti dalle coste cinese abbia un solo scopo: volersi affermare nel cosiddetto "Primo arcipelago" e nelle sue acque interne. Per primo arcipelago si intendete tutta l'area che va dal Giappone alle Filippine e fino all'Indonesia. Una linea considerata "strategicamente vitale" sia dalla Cina che dagli gli Stati Uniti. Dunque un settore di possibili tensioni e conflitti.

Sempre stando a quanto riportato dalla Cnn in un lungo report, alcuni analisti sostengono che "Pechino potrebbe gettare le basi per questo obiettivo con la cosiddetta tattica del "salami slicing", ovvero spingendo le sue rivendicazioni e la sua presenza a piccoli ma incessanti passi finché non è troppo tardi perché un avversario possa fermarle".

Oltre a Taiwan, le acque all'interno del primo arcipelago includono le isole Senkaku controllate dal Giappone, rivendicate da quest'ultimo come territorio sovrano. Secondo i dati raccolti dal Ministero della Difesa giapponese, che ha monitorato le manovre nel settore, oltre "più di 100 navi cinesi" sono apparse nella "zona contigua delle isole" negli ultimi 24 mesi.

Le operazioni prolungate oltre l'orizzonte del passato

La maggiore preoccupazione degli osservatori si sta concentrando sulla capacità dimostrata dalla Cina di operare con portaerei oltre il "Secondo arcipelago", ossia oltre quella linea che si estende dall'isola principale giapponese di Honshu ai territori statunitensi di Saipan e Guam a sud-est, e alla Nuova Guinea a sud-ovest.

I funzionari giapponesi hanno riferito che i due gruppi di portaerei cinesi stanno operando ben oltre il Pacifico e i limiti precedentemente osservati. "Si ritiene che la Cina stia pianificando di migliorare la capacità operativa delle sue portaerei e la loro abilità di condurre operazioni in aree distanti del mare", ha affermato la scorsa settimana un alto funzionario giapponese.

Il conclusione, il fatto che la Marina dell'Esercito Popolare di Liberazione, che sta "dimostrando la capacità di condurre operazioni prolungate al di fuori del primo arcipelago con le sue portaerei", sembra riportare l'attenzione sulla

super potenza in ascesa dell'Indo-Pacifico mentre il Vecchio mondo sta concentrando gran parte delle sue osservazioni sui confini dell'Europa e sul Medio Oriente.

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