L'Unione Europea ipotizza una "Schengen Militare" in modo che mezzi e uomini possano spostarsi agevolemente all'interno dei propri confini superando ostacoli e lungaggini burocratiche. La proposta prenderà forma nelle prossime ore, mentre regolamento e comunicazione congiunta verranno elaborati.
Davanti ad un'emergenza scatteranno "deroghe automatiche" per i tempi di percorrenza per gli autisti civili, la sospensione di restrizioni ambientali e l'accesso prioritario a infrastrutture di trasporto. E sarà creata una "Riserva di Trasporto Strategico" per cui gli operatori civili metteranno a disposizione trasporto aereo e marittimo in situazioni eccezionali. Gli Stati dovranno poi identificare le infrastrutture a duplice uso e applicare misure di protezione rafforzate "contro cyberattacchi, sabotaggi e influenze straniere".
L'Ue chiede ai membri di portare "a tre giorni" il tempo massimo per creare permessi di transito, con un unico impianto di regole a livello comunitario. Tra le novità, il "Solidarity Pool", elenco di mezzi di trasporto che i 27 potranno condividere in caso di emergenza. I trasporti saranno poi "esentati" da divieti di circolazione nei fine settimana e le limitazioni sul cabotaggio. Inoltre viene proposto un sistema di emergenza chiamato EMERS (European Military Mobility Enhanced Response System): in caso di crisi può essere attivato rapidamente. Verrà inoltre garantito ai convogli l’accesso prioritario al carburante con le esigenze della difesa che saranno integrate nella prossima proposta sulla sicurezza energetica, in programma per il primo trimestre del 2026.
Secondo la bozza, che potrebbe essere ancora soggetta a modifiche, l'attivazione del meccanismo di emergenza potrà essere avviata da un singolo Stato membro o dalla stessa Commissione. A quel punto, il Consiglio ha due giorni di tempo per dare il suo placet. Una volta attivato, il meccanismo si applicherebbe a tutta l’Unione per un massimo di un anno.
Già lo scorso marzo il Consiglio Europeo ha identificato "4 corridoi di mobilità militare principali" su cui
concentrare gli investimenti. La Commissione ha proposto un aumento di dieci volte dei fondi comunitari per le infrastrutture a duplice uso nel prossimo bilancio a lungo termine (2028-2034), portandoli a 17,65 miliardi di euro.