«Dal 1999 al 2007 il tasso di mortalità dovuto agli incidenti sulle autostrade è stato ridotto del 50%». Lo ha ricordato, in un recente incontro a Torino con la stampa automobilistica, Antonino Galatà, direttore esercizio di Autostrade per lItalia.
Il risultato, sempre secondo Galatà, è stato raggiunto con il miglioramento delle infrastrutture seguito a uno studio legato al monitoraggio delle cause degli incidenti. Lo studio, continua Galatà «ha evidenziato che proprio i comportamenti sono di gran lunga la principale causa di mortalità». È infatti emerso che il 24% dei deceduti sono di altra nazionalità, spesso a causa di automezzi inadeguati, il 36% delle morti sono avvenute in orario notturno (dalle 22 alle 7), con un tasso di 5 volte superiore alla media, mentre il 25% è dovuto a manovre sconsigliate o vietate come investimento in corsia di emergenza o in piazzola di sosta di pedoni, suicidio, inversione del senso di marcia, e così via. Altri fattori importanti nella mortalità sono legati per il 40% ai tamponamenti e il 50% hanno come concausa la velocità. «Un grande aiuto è venuto dal sistema Tutor», ha sottolineato Galatà.
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