Stefano Filippi
nostro inviato a Torino
La protesta paga, almeno alle elezioni, lo sanno bene Rifondazione, Verdi e Comunisti italiani che hanno fatto il pieno di voti in Val Susa. Il sostegno ai movimenti locali contrari allalta velocità ferroviaria e una campagna elettorale che ha portato Fausto Bertinotti e Alfonso Pecoraro Scanio a battere palmo a palmo i paesini no-Tav hanno fruttato bene. Ma lottimo risultato della sinistra radicale, che nel cuore della ribellione ai treni veloci ha sfiorato il 50 per cento, si trasformerà in unaltra delle cambiali che Romano Prodi dovrà onorare.
Il leader politico della protesta, Antonio Ferrentino, è irremovibile. «Con questi numeri il centrosinistra potrà governare in una maniera sola: restando ancorato a quanto è scritto nel programma elettorale, e in quelle 281 pagine la parola Tav non cè», dice il sindaco di SantAntonino e presidente della Comunità montana Bassa Val Susa. Ma Prodi non aveva parlato di una dimenticanza, che lopera si farà lo stesso e che non si può combattere contro la modernità? «Se vuole governare - insiste Ferrentino - Prodi dovrà attenersi alla lettera del programma. Quello che poi si dice a voce fa parte del dibattito politico».
Sarà dura, come ripetono sotto il Rocciamelone, per il Professore. La sua coalizione, che pure nella bassa valle ha superato il 60 per cento, resta spaccata in due con lala moderata del governatore Mercedes Bresso e del sindaco torinese Sergio Chiamparino (per i quali la Tav è un cavallo di battaglia) in netta minoranza. A Venaus, la località degli scontri più accesi con le forze dellordine, i Verdi hanno preso il 37 per cento, Rifondazione il 10, i Ds il 3; nella vicina Mompantero rispettivamente il 19,5, il 19,3 e l8,8. Nellalta valle, invece, è prevalso il centrodestra con Forza Italia al 31 per cento dei suffragi e addirittura al 36,6 a Sestriere, la capitale olimpica.
La questione Tav è cruciale a Torino, dove a maggio si rinnova il sindaco e Chiamparino non ha ancora aggregato Rifondazione tra le liste di sostegno. «Sono ottimista - dice Gianni Favaro, segretario provinciale dei bertinottiani - ma la Tav non è competenza del Comune e la posizione di Chiamparino è sicuramente più a destra di quella presa a livello nazionale dallUnione». «Il sindaco vuole forzare la mano, la sua scelta preventiva e fideistica sullinevitabilità dellopera mi sembra una forzatura bella e buona - gli fa eco Luca Robotti, segretario piemontese del Pdci - e non smetterò di essere contrario alla Tav».
Ferrentino, diessino, aggiunge qualche distinguo senza cambiare la sostanza: «Sono contento che la gente abbia votato, dopo che molti avevano minacciato lastensione per protesta. È normale che i cittadini abbiano premiato le forze che più hanno interloquito con la realtà locale. Dal centrosinistra mi aspetto che ascoltino la gente e non tentino di risolvere i problemi con le cariche notturne. Deve partire un osservatorio tecnico, senza fretta faremo i necessari approfondimenti e valuteremo costi e benefici. Io comunque resto convinto che questopera non è prioritaria».
Linea dura anche per Nilo Durbiano, sindaco socialista (Sdi) di Venaus: «Spero di non vedere più poliziotti in azione, sul resto non mi faccio grosse illusioni. Il governo di centrosinistra deve dare garanzie che non ci siano danni per la salute pubblica, che lopera sia compatibile con lambiente e abbia solidità economica. Vogliamo un confronto serio. In ogni caso, il progetto attuale non passerà. Se proprio vorrà, Prodi dovrà cercare soluzioni alternative, io partirei dal potenziamento dei nodi di Torino e Orbassano».
Più prudente il leghista Mauro Carena, presidente della Comunità montana Alta Val Susa: «Resto contrario a questo progetto, ma il governo precedente aveva aperto un tavolo di confronto che va ripreso. Ora la palla è passata a una coalizione composta sia da persone che vogliono fortemente lopera, come Chiamparino e la Bresso che qui sono stati contestati più di Berlusconi, e altri partiti per i quali lopposizione alla Tav è un punto di orgoglio oltre che un pilastro elettorale».
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