Il dilemma di Forza Italia: vicesindaco o deleghe forti

Dopo il successo elettorale, il partito reclama la guida dei settori chiave

La premessa di tutti è che le decisioni finali toccheranno a Letizia Moratti. Ma detto ciò, gli azzurri fanno i conti e anche con una certa soddisfazione: quasi duecentomila voti sui seicentocinquemila espressi, il 32,2 per cento. In pratica un milanese su tre ha scelto Forza Italia. E a questo punto il dubbio politico è se sia meglio spendersi per avere il vicesindaco o spingere per un pacchetto di quelle deleghe che gli addetti ai lavori definiscono «pesanti», come i Servizi sociali e l’Urbanistica e a seguire i Lavori pubblici e i Trasporti.
Il nome più gettonato come numero due della Moratti è quello di Maurizio Lupi, deputato e vicecommissario cittadino, legato a Comunione e liberazione, in buoni rapporti con l’ex ministro e che avrebbe contribuito anche all’elezione di Mariolina Moioli, collaboratrice della Moratti al ministero dell’Istruzione e accreditata come assessore plenipotenziaria al Sociale. Ma non sono in molti nel partito coloro che sembrano disponibili a immolare sull’altare del vicesindaco il desiderio di occuparsi di settori strategici per la città, quali appunto le case o i servizi agli anziani.
Così, sono numerosi in Forza Italia a tifare per un vicesindaco di An o in quota sindaco (magari un po’ depotenziato rispetto al passato): gli assessori uscenti che puntano a una riconferma, i consiglieri comunali con ambizioni di giunta e anche qualche ex parlamentare azzurro rimasto fuori alle politiche del 9 e 10 aprile preferirebbero competenze spalmate. Tiziana Maiolo, che ha fatto il record di preferenze (4624), non fa barricate per il ruolo di numero due ma chiede di tener conto dei risultati elettorali: «Il vicesindaco può essere di Forza Italia ma anche di An. L’importante è che si sia candidato e abbia dimostrato di avere molti consensi. Se è di Forza Italia potrei essere io». Nei fatti, un via libera a De Corato e un no all’ipotesi di un vicesindaco azzurro non uscito dalle urne.
Giulio Gallera, assessore uscente e numero tre tra i più votati di Forza Italia, sottolinea un altro criterio e cioè come sia centrale la sostanza degli incarichi: «Se il vicesindaco è un di più, può anche andare bene. Ma l’importante è avere settori importanti, dai quali poter agire meglio per i cittadini. Insomma, bisogna concentrarsi sulle deleghe di serie A». Il partito punta in particolare all’Urbanistica (che probabilmente cambierà nome) e a mantenere peso nel sociale, oltre che a contare in qualche modo nella mobilità o sull’ambiente. Nella scorsa giunta Forza Italia si era «sacrificata» e le competenze principali erano toccate agli alleati.

Questa volta la volontà di Mariastella Gelmini è di fare in modo che non sia così. «Milano è la città di Forza Italia e di Silvio Berlusconi, che ha preso oltre cinquantatremila preferenze» ricorda la coordinatrice di Forza Italia. Voti da contare e da pesare. Naturalmente sulla bilancia della Moratti.

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