Caro Lussana, con riferimento agli articoli comparsi sui quotidiani attorno a metà febbraio sul tema «Il decollo dellagenzia sullAffresco di Renzo Piano con la sintonia di tutti gli enti locali» vorrei fare alcune considerazioni.
La prima: vuoi vedere che anche larchitetto Piano, unitamente allattuale presidente della circoscrizione VII Ponente, è stato colto dalla sindrome di Nimby? Avete presente lespressione Not in my back yard (vale a dire «non nel mio cortile»)? Ciò è quanto mi sono chiesto quando sono venuto a conoscenza dellipotesi da lui «sognata» e attualmente in via di elaborazione progettuale per la zona di Pegli - Prà - Voltri.
La cosiddetta «Sindrome di Nimby», per chi non lo sapesse, definisce infatti latteggiamento di chi riconosce la necessità di impianti e/o strutture che implicano aspetti sgradevoli e soprattutto pericolosi, però rifiuta di accollarsene la dislocazione, soprattutto in nome della difesa dellambiente. La sindrome di Nimby rivela il recupero di un orgoglio comunitario sotto la pressione di eventi che minacciano di peggiorare quanto è già degradato o degradare quanto è ancora vergine.
Per ottemperare alle esigenze «politiche» di uno sviluppo portuale fortemente voluto, ci mancherebbe altro visto che è nelle sue competenze, dallAuthority, ma soprattutto dallattuale presidente della Regione Claudio Burlando (che non perde occasione pubblica per esternarne la necessità), ecco che il porto di Voltri - che di Voltri non è e non sarà mai visto che per questo si arriva addirittura a modificare il piano regolatore portuale vigente - diventa sempre più di Prà/Pegli, con laggiunta di attracchi nella parte di levante della diga foranea per le super petroliere di nuova concezione, che per ragioni puramente tecniche (maggior pescaggio) non potrebbero trovare sistemazione nellattuale porto petroli, se non a fronte di un più frequente dragaggio dei fondali.
Nei fatti, il porto petroli sarà così potenziato anche con la sistemazione di boe off-shore dislocate al largo di Pegli, e non su apposita isola come promesso nella campagna elettorale per le recenti elezioni regionali.
In fin dei conti, i Pegliesi sono da sempre abituati a convivere col petrolio; chi può, alloggia nella propria «Turris Eburnea» di Vesima - Crevari, possibilmente vicino ai pescherecci e alla nautica sociale e ben lontano dai containers e soprattutto dalle pericolose petroliere.
Non sarebbe stato più opportuno, visto che comunque occorre prendere decisioni pur sempre sgradevoli per qualcuno, interpellare e ascoltare di più i cittadini e chi li rappresenta, tralasciando una volta tanto atteggiamenti che erano magari validi ai tempi della Dc e del Pci, di Don Camillo e Peppone, dei vari campanili e orticelli, ma ascoltando maggiormente la società civile? E ricordando sempre che chi subisce un impatto ambientale deve poter dire la sua, rendendo più democratico il processo decisionale, evitando di trovarsi contro i cittadini a fronte di un loro maggiore coinvolgimento?
(capogruppo Forza Italia
Circoscrizione VII Ponente)
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