Dimmi da dove vieni e ti dirò che vino sei

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De gustibus est disputandum, specie se si discute di Bacco. La reputazione nel campo del gusto non è facile da definire, se poi parliamo di un settore come quello dei vini che ha visto negli ultimi vent'anni l'ingresso di Paesi che non avevano una solida tradizione (gli Usa, per esempio) e un pubblico sempre maggiore di appassionati o aspiranti sommelier, le cose si fanno ancora più complicate.

Italia. Su che cosa si basa la qualità e dunque la reputazione dei vini? Prima di tutto c'è l'etichetta. È lei a indicarci la denominazione precisa di ciò che stiamo bevendo. La qualità (ovvero la reputazione) è costruita sulla qualità della terra del suo vitigno: il vino vale perché cresce lì e solo lì. Questo approccio funziona con la Borgogna, il Barolo, il Chianti. Ma non è l'unico metodo valido.

Francia. Alcuni vini francesi, ad esempio il Bordeaux, sono catalogati secondo il sistema dei «castelli». In Francia, un castello è un vigneto che pratica la vinificazione e la conservazione nella sua proprietà: la sua reputazione dunque dipende non solo dalla posizione e dalla qualità del terreno, ma anche dalla conoscenza e dalla tradizione dei suoi proprietari.

America. In America, il mercato al mondo più florido del settore enologico, la reputazione è un'altra cosa ancora. I singoli vignaioli si possono associare alle cantine (è sufficiente che l'85% dell'uva provenga dalla zona): devono trovare un accordo con la cantina per poter etichettare il vino con quelle denominazioni prestigiose. La loro reputazione è data dal giudizio che le cantine danno ai produttori: noi che compriamo ci dobbiamo fidare.

Critici. E poi c'è la reputazione in base al giudizio. In particolare, il giudizio di un uomo di nome Robert Parker, settantenne avvocato di Baltimora considerato il «critico più rispettato al mondo».

Con il suo sistema di valutazioni fondato su una scala di 100 punti (ogni commerciante di vini in America segnala i punti Parker accanto ai prezzi delle bottiglie) e la sua aria da gentiluomo è l' avvocato del consumatore. Dal suo punteggio dipende la reputazione di un'etichetta. E, ça va sans dire, il suo successo commerciale.

FAm

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