«È la dimostrazione del flop delle politiche della sicurezza»

L’Ospol chiede l’istituzione del vigile di quartiere come cardine della prevenzione anticrimine An: «Semafori terra di nessuno»

«Ci mancava il morto per renderci conto di quanto l’accattonaggio diffuso ai semafori li abbia ormai trasformati in terra di nessuno. Dall’accattonaggio di cui spesso sono vittima bambini nomadi ai cui genitori bisognerebbe sospendere la patria potestà, ai cittadini assediati da lavavetri e venditori di ogni cosa abusivi che a fronte di un rifiuto si accaniscono con ingiurie e dispetti specialmente se al volante ci sono le donne». A sostenerlo in un nota congiunta sono Fabio Sabbatani Schiuma, consigliere comunale di An, Piergiorgio Benvenuti, capogruppo di An alla Provincia, Fabrizio Santori, capogruppo di An in XVI municipio, Antonio Aumenta, consigliere in XVI municipio e Roberto Bevilacqua vicesegretario della Fiamma Tricolore, i quali ieri pomeriggio hanno deposto dei fiori al semaforo di piazzale Dunant. «Chiediamo al prefetto di intervenire per intensificare la sorveglianza presso gli impianti semaforici - affermano - Ne vale non solo della serenità dei conducenti delle auto già stressati dal traffico della metropoli più lenta d’Europa, ma adesso anche della loro stessa incolumità ed esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia della vittima, il ringraziamento ai vigili urbani intervenuti e chiediamo infine al sindaco di indire una giornata di lutto cittadino per le vittime dei reati su strada».
Anche il sindacato della polizia municipale Ospol sottolinea la «totale inefficienza dei sistemi e delle politiche della sicurezza nella capitale». «Per questo - sostiene l’Ospol - è da ritenere quantomeno irresponsabile l’atteggiamento di quanti, il giorno dopo, tentino nuovamente di spacciare eventi del genere come fatti puramente episodici e destinati a non ripetersi. D’altronde non è un mistero per nessuno che Osservatori ed Istituti di ricerca italiani ed esteri, abbiano anche recentemente elevato Roma al rango poco invidiabile di una delle città più pericolose al mondo, certamente la più pericolosa dei paesi dell’Unione Europea. Ma tali eventi mettono anche in luce ben altro: ad esempio il fallimento della videosorveglianza che, oltre ad alimentare gravi sospetti di illegalità in termini di tutela della privacy per il cittadino comune ed onesto, non serve praticamente a nulla per prevenire delitti ed aggressioni. È ovvio, allora, reclamare urgentemente l’istituzione di quel vigile di quartiere che è proprio il cardine della prevenzione anti-criminale ed il cui ruolo si rivela da sempre come l’unica autentica misura per arginare forme delinquenziali altrimenti incontenibili». Sulla stessa linea il Sulpm.

«La vera emergenza in questa città non è il traffico, ma la sicurezza», afferma Alessandro Marchetti, segretario romano del sindacato. «La gente - spiega - ha paura e si sente insicura, il fatto dell’assassinio al semaforo è solo la punta di un iceberg di città sempre meno sicure e sempre più violente».

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