«Dio lo vuole»: e negli Stati Uniti i gesuiti puntano tutto sul rugby

Dal Vaticano, un comunicato rivela: quasi ogni liceo gestito negli Usa dalla «Compagnia» ha la sua squadra di pallaovale.

Nei romanzi del grande umorista inglese P.G. Woodehouse, l'inventore del maggiordomo Jeeves, uno dei personaggi fissi era un prete protestante che quando non indossava il clergymen giocava a rugby negli Harlequins, leggendaria squadra britannica, dove la sua specialità era quella di «retrocedere fintando». Ma le storie di buoni rapporti tra clero e rugby si fermavano qui: almeno fino a ieri, quando dalla Città del Vaticano una serie di lanci di agenzia rivela che a sostenere la diffusione sempre crescente del rugby negli Stati Uniti è nientemeno che la Compagnia di Gesù. Sono i gesuiti a predicare, in una terra in cui l'unico pallone ovale noto fino a poco fa era quello del football americano, i valori rugbistici.
«In una lista delle migliori squadre di rugby degli Usa pubblicata da una rivista di settore - spiega il servizio informativo dei Gesuiti - cinque delle prime 10 squadre, e sette tra le prime 17, fanno capo a scuole gestite dalla Compagnia. Il rugby tradizionale, con 15 giocatori per squadra, e la versione ibrida, con sette giocatori per squadra, in America sta vivendo un vero boom, e oggi da una costa all'altra sono più di 80 le scuole dei gesuiti che contano una squadra di rugby».
«Molte di esse - si rileva - partecipano ai campionati sia regionali che nazionali.

Il campionato delle scuole secondarie di quest'anno è stato vinto dalla Sacramento High School, che ha superato la Xavier di New York, mentre la Gonzaga di Washington è stata in cima alla classifica per gran parte dell'anno». «Tutte le scuole gestite dalla Compagnia - sottolineano i gesuiti - producono ottimi atleti che sono anche dei bravi studenti».

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