«Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione». La lezione arriva da Alcide De Gasperi. E la frase del fondatore della Democrazia cristiana è una delle fonti di ispirazione della Scuola di formazione sociopolitica per i giovani della diocesi di Milano. Età dai diciotto ai trentacinque anni, volontà di conoscere il Vangelo e la dottrina sociale della Chiesa, desiderio di «servire responsabilmente e secondo coscienza la comunità civile nella forma dellimpegno politico, dellamministrazione locale o del volontariato».
Definito lidentikit dello studente perfetto di politica, continuano le iscrizioni alla Scuola, arrivata al suo quarto anno dattività con un totale di cinquecento iscritti. Un boom. E una nuova regola, che ricorda un po la par condicio. La illustra don Walter Magnoni, responsabile delliniziativa: «Inviteremo solo politici cattolici e avremo cura di ospitare insieme rappresentanti dei vari schieramenti. La nostra regola saranno inviti bipartisan, così da poter esporre i temi dai diversi punti di vista».
Nel solo 2011 sono stati duecento i giovani che hanno deciso di partecipare, segnale che la passione per la cosa pubblica arde tra le nuove generazioni. Il progetto si amplia e le improvvisazioni dei singoli studenti, anche nella scelta dei politici da invitare, cedono il posto a regole condivise. La scuola ha un suo peso specifico ed è stato chiaro durante lincontro dellarcivescovo Angelo Scola con il mondo politico il 6 ottobre scorso. Dopo lintervento del presidente della Regione, Roberto Formigoni, e del sindaco, Giuliano Pisapia, sul palco è salita Francesca de Nicolais, trentaquattrenne rappresentante della Scuola, studentessa al corso di perfezionamento e volontaria per gli aspetti organizzativi del corso base. Una prova sul campo che il «gratuito» è la prima lezione di politica.
Il corso si intitola «Date a Cesare quel che è di Cesare». Gli iscritti sono studenti universitari, lavoratori e professionisti, che arrivano da Milano e provincia, ma anche dalle Regioni vicine, e studiano la politica e i suoi meccanismi. Oltre Milano, ci sono anche altre sedi: Lecco, Monza, Rho, Desio, Abbiategrasso.
In tempi in cui si parla di cattolici e partiti, il responsabile della Scuola, don Walter Magnoni, tiene a sottolineare lo spirito trasversale delliniziativa: «La Scuola non ha lintento di dare unindicazione partitica. Il nostro scopo è formare la coscienza dei giovani in base al Vangelo e alla dottrina sociale della Chiesa». E il progetto di un partito? «Come hanno detto il cardinale Bagnasco e altri membri della Cei, non cè alcuna intenzione di fare un partito della Chiesa. Lintento, ben illustrato dal Papa, è formare una nuova generazione di politici cattolici».
Il risultato del passato è unampia varietà di sbocchi: «Abbiamo avuto giovani che si sono candidati in Forza Italia, nel Pd e nelle liste civiche, una ragazza nella lista Moratti. E unaltra giovane studentessa si è candidata a sindaco nel Movimento Cinque stelle». Lobiettivo è ambizioso: «Imparare ad andare al di là delle opinioni politiche. Esistono comunità parrocchiali che si spaccano per motivi politici. La nostra Scuola vuole insegnare ad andare oltre questo tipo di divergenze».
Punto di riferimento è la Caritas in veritate del Papa. Don Walter ricorda il paragrafo 53, dove Benedetto XVI cita Paolo VI, quando notava che «il mondo soffre per mancanza di pensiero». Spiega don Walter che gli sbocchi sono diversi e limportante è studiare e imparare a pensare: «Molti partecipanti non hanno fatto scelte esplicite, ma hanno potuto arricchirsi di criteri evangelici e dottrina della Chiesa per discernere le realtà sociali».
Nel corso per principianti ha ampio spazio lurbanistica. La prima lezione è stata dedicata alle infrastrutture: trasporto pubblico e privato, ambiente, inquinamento. Segue «abitare tra pubblico e privato» e «costo e consumo del suolo urbano». Si parla poi di «Integrazione.
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