«Mi immagino il consigliere della Provincia di Genova che, al mattino, magari dopo una notte di bagordi, si fa la levataccia. I capelli arruffati, la vestaglietta sgualcita e le babbucce, quasi alla Briatore. La tazza di caffè bollente in una mano e il mouse del personal computer nell'altra. Ecco, se è così che il capogruppo dell'Italia dei Valori intende le prossime riunioni delle commissioni consiliari, noi non possiamo fare altro che prenderla sul ridere e votare contro la sua mozione».
Quello vissuto ieri in aula consiliare è stato anche un lungo momento quasi da comiche. Da un lato c'è stato chi s'è messo a ridere a denti stretti, come il consigliere (provinciale e regionale) della Federazione della Sinistra Alessandro Benzi, dall'altro c'è stato anche chi si è sganasciato dalle risate sotto i banchi.
In mezzo il capogruppo dipietrista Stefano Ferretti che aveva appena presentato il documento per «lo studio di fattibilità per riunioni in videoconferenza». Una proposta valida, ci mancherebbe. Soprattutto per lo stesso esponente dell'Idv che, com'è noto, abita in un alloggio con vista mare nella prima riviera del levante genovese. E cioè dove, anche al mattino, si godono panorami mozzafiato, che chiunque non scambierebbe mai per talune barbose riunioni nei tetri uffici di Palazzo Spinola.
Panorami azzurri, blu e verdi, tanto che, appunto, pure il capogruppo dei Verdi Angelo Spanò gli ha dato ragione e ha votato a favore insieme a tutta l'opposizione. Purtroppo per loro, però, quegli «stakanovisti bolscevichi» della Federazione della sinistra, spalleggiati da Udc e da Pd, gli hanno votato contro. E così pure il «presidente operaio» Alessandro Repetto. E alla fine la maggioranza si è spaccata per il «lavoro in ciabatte».
«Va bene fare ironia - si difende Ferretti - ma ho posto una questione di costi di benzina e di parcheggi. Con la videoconferenza si poteva risparmiare. Come fanno i manager delle multinazionali che si collegano in contemporanea da tutto il mondo».
Apriti cielo. Un'altra su un'altra, che i «compagni lavoratori» non ce l'hanno mica fatta a digerire.
«È una proposta che sta sulla luna - ha aggiunto Benzi - credevamo a uno scherzo, una boutade di fine estate, ma, evidentemente, non è così. I convegni delle multinazionali male si addicono alla dignità degli abitanti della provincia genovese.
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