Di fronte al face-lifting della rinnovata XC90 (siglata appunto FL), cè da chiedersi quanto fosse davvero necessario intervenire su unauto così bella e di successo. Giriamo la domanda a Michele Crisci, direttore Generale di Volvo Auto Italia.
«Sono operazioni che avvengono normalmente durante il ciclo di vita di un modello, previste con largo anticipo indipendentemente dall'andamento delle vendite - precisa Crisci. Per noi la XC90, che è comunque un best-seller a livello mondiale, è oggi il secondo modello più venduto dopo la V50».
Non ci sono, dunque, state flessioni per il vostro Suv...
«Mai, dal momento del lancio avvenuto quasi quattro anni fa. È un caso molto particolare, soprattutto nella fascia dei grandi Suv, dove abbiamo già constatato forti cali per tanti modelli di altre case. La richiesta per la XC90 rimane infatti altissima, al di sopra, come agli inizi, quando pensavamo alleffetto novità, delle vetture che la fabbrica ci può fornire. Questanno consegneremo 3mila unità, 3.300 se le linee di Göteborg soddisferanno le richieste dei clienti italiani».
Come si spiega questa atipicità in uno scenario così esclusivo?
«Prima di tutto con le peculiarità, tecniche e di design della XC90, ma anche, e soprattutto, con limmediata percezione, da parte del cliente, di quanto il nostro Suv fosse una Volvo. Mi spiego meglio. Il nostro marchio è arrivato molto tardi alla trazione integrale, meno di 10 anni fa, con le prime AWD sulla V70 e poi con la XC70. Ciò che potrebbe apparire un handicap si è trasformato in uniniezione di fiducia negli automobilisti che conoscono i fondamentali valori di Volvo: sicurezza, solidità e affidabilità, ai quali abbiamo aggiunto nel frattempo le eccellenti prestazioni dei nostri motori, benzina e diesel».
Dalle wagon ai Suv: è cambiata l'immagine di Volvo?
«No. V70 e XC70 continuano a mantenere le loro quote, nonostante lattesa per i prossimi modelli che andremo a creare sulla nuova piattaforma large inaugurata con la S80 che arriva in concessionaria in questi giorni. E poi, davanti a tutte, cè la V50, la Volvo più venduta in Italia, che contiamo di consegnare nel 2006 in circa 10mila unità, grazie anche allarrivo del dinamico D5 da 180 cv».
I primi 5 mesi hanno visto un segno negativo nelle vendite. Come si chiuderà per voi lanno?
«Con un 10% in più rispetto al 2005 che, per noi, era già di crescita. Contiamo di raggiungere quota 21mila, perché le novità che abbiamo immesso stanno cominciando soltanto ora a sviluppare il loro potenziale. Mi riferisco alla nuova motorizzazione diesel per S40 e V50 e alla coupé cabriolet C70, che ora può contare anche sul D5 da 180 cv».
Peserà anche limminente C30?
«Larrivo della Volvo che non cera è sicuramente un evento di cui tutti i modelli beneficeranno. Grazie alla C30, nel 2007, contiamo di raggiungere, con 27mila auto, il record di vendite nella storia della casa automobilistica Volvo in Italia».
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