DIRITTO D’IMBROGLIO

Caro Santoro, quei «poveretti» dei lettori del Giornale, come li hai chiamati, ti ringraziano assai per l’attenzione che hai loro riservato in apertura di Annozero. Ma ci tengono tanto a dirti che il «poveretti», con seguito di insulti più o meno ironici e offensivi, te lo potevi anche risparmiare. E che è una vergogna che tu continui a usare il mezzo pubblico, cioè pagato da tutti noi, come se fosse una tua proprietà. O peggio, come se fosse il privé del tuo esibizionismo.
Mai prima d’ora, a mia memoria, un programma in prima serata Rai aveva tributato tanta attenzione diretta e polemica a un quotidiano. Mai il Giornale era stato preso d’assalto a telecamere aperte e accese. Ne siamo orgogliosi: evidentemente abbiamo centrato il bersaglio. E dunque continueremo a contraccambiare, caro Santoro, seguendoti passo a passo, senza perdonarti i tuoi eccessi pagati dal canone dei contribuenti e la tua faziosità che smerci per libero giornalismo.
Anche ieri ne hai dato una prova evidente. Hai detto che non avevi mai messo in dubbio l’efficienza e la velocità dei soccorsi: è falso. I tuoi inviati l’altro giovedì davano libertà di microfono a coloro che insultavano gli uomini in divisa. Hai citato campagne che non abbiamo fatto, hai mescolato allusioni e meschinità, hai cercato di rigirare la frittata da quel sapiente istrione che sei. Hai contrattaccato, hai sfidato, hai rilanciato. Hai giocato al rialzo con le vignette. Hai irriso il direttore generale della Rai Masi. Hai fatto dare indirettamente del fascista a Bertolaso, e già che c’eri anche a Letta. Riequilibrio? Ma dove? Se questa doveva essere la trasmissione del riequilibrio, allora Di Pietro è l’Accademia della Crusca.
Per quanto riguarda le vignette, poi, il Giornale non ha organizzato mai nessuna campagna di stampa per «offendere l’Islam», come hai lasciato intendere. Semplicemente: abbiamo sempre difeso e sempre difenderemo il diritto di informazione e anche il diritto di satira. La differenza, che non vuoi capire, è fra chi pubblica le vignette sul suo giornale e chi pretende di farsele pubblicare a spese degli italiani, senza nemmeno il diritto degli italiani di poter esprimere il proprio gradimento. Possibile che sia un pensiero così difficile da far passare sotto la tua tinta?
Così come non dovrebbe essere difficile da capire, ce la potrebbe fare persino Travaglio, che un conto è criticare la ricostruzione post terremoto in Umbria, un conto è attaccare violentemente i soccorritori mentre ancora scavano fra le macerie. O ironizzare sui cimiteri, con le bare ancora aperte. Si vede che a diventare martiri della libertà d’informazione si perde un po’ di lucidità. Pazienza. Noi, con i nostri «poveretti» lettori, di pazienza ne abbiamo molta. E per questo, nonostante tutto, continuiamo a sostenere che tu debba andare in onda. Sempre e comunque, a spese del canone.

Crepi l’avarizia, ti paghiamo noi (60mila euro al mese). Perché l’unica cosa vera che hai detto ieri è che sei il più grande aiuto per Berlusconi. Anche se poi hai esagerato, come al solito, definendo Annozero «un Tg4 fatto meglio». Fatto meglio, a noi proprio non pare.

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