IL DIRITTO DERAGLIATO

IL DIRITTO DERAGLIATO

Non so voi. Anzi, lo so benissimo, ma provo a far finta di non saperlo.
Insomma, non so voi. Ma io, quando prendo il treno, sono abituato a pagarlo. E non mi è mai capitato di trovare allo sportello della stazione un ferroviere talmente gentile da abbuonarmi anche solo cinque centesimi. C’è di più - io che sono lavoratore dipendente, che non godo di auto blu, che pago le tasse fino all’ultimo centesimo, insomma una persona normale - da qualche tempo a questa parte pago un po’ di più per salire sul treno: ad esempio, l’abolizione della tariffa interregionale ha aumentato il costo dei treni, anche non Eurostar o Intercity, che attraversano più di una regione. E l’amministratore delegato delle Ferrovie Mauro Moretti, non si stanca di ricordare che, senza ulteriori contributi del governo, verranno tagliate alcune tratte o aumentate le tariffe.
Moretti parla con i bilanci alla mano e, dal suo punto di vista, si può anche capire il discorso. Ma è innegabile che il taglio delle tratte e l’aumento delle tariffe, soprattutto quelle senza supplementi, va a colpire proprio i più deboli, proprio quelli che non possono permettersi altri mezzi, proprio quelli che giustamente fanno i loro conti prima di salire su un treno.
Ma tutti questi discorsi valgono per i deboli, per le persone normali, per chi viaggia in seconda classe, per tutti coloro che rispettano le leggi e sono abituati a pagare il biglietto. Per chi verrà domani a Genova per la manifestazione, invece, le regole paiono essere diverse: da Napoli-piazza Garibaldi a Genova, ad esempio, il costo annunciato è di 15 euro andata e ritorno; a Bologna vogliono pagare 10 euro per il doppio viaggio, «per il diritto a manifestare»; i parlamentari di Rifondazione, Verdi, Sinistra democratica e comunisti italiani chiedono «tariffe agevolate, come possibile e doveroso»; a Roma contavano di pagare 10 euro andata e ritorno da tutta Italia, «come assicurato da amici parlamentari». Trenitalia ha risposto a tutti che «i manifestanti potranno avvalersi delle tariffe agevolate per le comitive, o affittare treni charter al normale prezzo applicato per ogni alttra manifestazione».

Tradotto, significa, al massimo, uno sconto del 10 per cento. E ulteriormente tradotto, significa biglietti fra i 30 e i 50 euro. Ai no global non piace. La ritengono una battaglia di civiltà e democrazia. Pure noi. Non nel loro senso.

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