PadovaPer sei ore in balia dei suoi aguzzini che le hanno usato violenza in un casolare abbandonato, rapinata e poi lasciata andare minacciandola di morte. Solo dopo 24 ore la donna, una trentenne con un problemi di deambulazione, ha trovato la forza di denunciare i soprusi che hanno portato la squadra mobile della Questura di Padova al fermo di un romeno di 25 anni, mentre un connazionale, ritenuto complice delle violenze, è ricercato.
Laggressione è accaduta nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, ma è stata resa nota solo ieri quando le manette sono scattate ai polsi di Dragos Marian Cruceanu, già noto alle forze dellordine per furto e resistenza a pubblico ufficiale, considerato uno dei due violentatori. A convincere a parlare la vittima, il giorno dopo i soprusi, sono state le compagne di lavoro che si sono accorte che era triste e taciturna al contrario del suo solito comportamento. Lhanno fatta parlare e così, tra la lacrime, la donna ha raccontato quanto le era accaduto.
È emerso che, uscita da un bar, era salita sulla sua minicar e proprio in quel momento era stata avvicinata da un romeno armato di coltello. Impossibilitata a fuggire, sia per la presenza dellarma che per problemi di deambulazione legati a un handicap, la donna è stata quindi costretta a guidare fino ad un casolare abbandonato. Lì ad attenderli, cera un secondo romeno, già identificato e tuttora ricercato dalla polizia. I due hanno consumato la violenza, le hanno portato via due cellulari e una manciata di euro e poi lhanno lasciata andare minacciandola di morte se avesse parlato. Alla donna non è restato che risalire a fatica in auto e tornare a casa dove, sopraffatta dalla vergogna, ha giustificato il suo stato e il ritardo dicendo ai familiari che era stata rapinata. Dopo la denuncia, gli agenti della mobile sono riusciti a risalire in breve ai presunti aguzzini. Cruceanu è stato trovato nel casolare dove era stata consumata la violenza ed è ora in stato di fermo; addosso gli è stata trovata la custodia di uno dei due cellulari della vittima.
Solidarietà è stata espressa dal Governatore del Veneto Luca Zaia: «non esistono scuse o attenuanti di sorta: il sequestro e lo stupro, in generale e ancor più se, come in questo caso, consumato ai danni di una persona più debole e indifesa, ci fanno tremare di vergogna e di rabbia». Secondo Zaia, gli aguzzini vanno immediatamente «rispediti in Romania, nelle carceri romene, da dove mi auguro non escano mai più».
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