Il Comune non perdona errori. Neanche se chi lo fa si corregge e ad andarne di mezzo alla fine è un anziano di 97 anni disabile al cento per cento. Lo sfogo arriva da Carla Puschi, figlia delluomo invalido che da tre anni percepiva lassegno servizi del Comune. «In pratica, grazie al reddito percepito da mio padre, sempre sotto gli 8.300 euro, potevamo contare su un aiuto da parte della cooperativa sociale indicata dai servizi comunali, unora al giorno - spiega la signora Puschi -. Invece questanno il patronato che mi ha aiutato a fare i conti ha sbagliato nel conteggiare insieme i redditi di mio papà e mia mamma, anche lei invalida e ottenendo alla fine una cifra più alta. Io avevo presentato la domanda al Comune, poi sono tornata per rettificare la mia dichiarazione, ma a quel punto non mi hanno più voluta ascoltare».
Ora il signor Puschi - che per il Comune, che non ha rettificato la dichiarazione errata, ha un reddito alto - dovrebbe pagare 300 euro al mese per avere lassegno servizi. «Troppo... mio padre non se lo può permettere», spiega la figlia. Che tuttavia si rammarica del fatto che per un disguido gli impiegati del Comune non siano voluti andarle incontro.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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