Come avevamo anticipato ieri laltro, siamo in grado di registrare una prima certezza nel caso di Arturo, il pittore quarantatreenne del Tufello che, a causa della sua disabilità (è malato di tetraparesi spastica fin dalla tenera età), conduce unesistenza da recluso in casa perché ledificio dellAter dove abita, al secondo piano, è sprovvisto di ascensore. La «prigionia» di Arturo era stata raccontata da una delle sue amiche, che aveva scritto una lettera al nostro direttore Mario Giordano il quale, nella sua risposta, si era detto certo di un intervento delle autorità.
Del caso, che aveva mosso la solidarietà di centinaia di persone che vivono nello stesso quartiere, infatti si è subito interessata lassessore alle Politiche sociali del Campidoglio Sveva Belviso. Dopo aver contattato il IV municipio, lassessore ha coinvolto il presidente dellAter Luca Petrucci. Questultimo ci ha fatto sapere che la situazione è in via di soluzione perché «ledificio dove abita Arturo, in via Monte Ruggero, rientra tra quelli previsti nel bando europeo che scadrà la prossima settimana e che prevede linstallazione di ben 131 ascensori». Per quanto riguarda i tempi necessari per consentire finalmente ad Arturo di uscire di casa come tutti, Petrucci ha detto che «ci vorrà qualche mese per laggiudicazione e poi si potrà procedere con lapertura dei cantieri». Insomma, tra ottobre e novembre, la barriera architettonica nel palazzo dellAter potrebbe essere abbattuta. «Mi prendo anchio limpegno - ha aggiunto Sveva Belviso, soddisfatta per le assicurazioni ricevute da Petrucci - di organizzare una festa il giorno in cui lascensore comincerà a funzionare. E i primi invitati saranno i cronisti de Il Giornale che, grazie allintervento del direttore Giordano, hanno reso nota la vicenda».
Successivamente, però, due amici del pittore disabile hanno inviato unaltra lettera a «il Giornale» a proposito dellintervista allassessore Belviso, nella quale si faceva cenno della prossima conclusione della gara dappalto per gli ascensori da installare nelle case Ater. «Per ottenere lascensore - sostengono Roberta e Walter nella loro lettera, mostrando un notevole scetticismo sulla positiva conclusione della vicenda - passeranno inevitabilmente, tra conclusione della gara, montaggio, collaudo e altri impicci burocratici, anni. Arturo non può aspettare, sono già sei anni che aspetta».
Ma gli amici del disabile del Tufello, dopo aver polemizzato sui tempi di realizzazione dellascensore, sostengono che, comunque, non servirebbe. «Se qualcuno facesse una visita al pittore Arturo - scrivono ancora Roberta e Walter - lo potrebbe vedere in pochi secondi, lascensore non risolve il problema mobilità. Serve, come è stato spiegato nella lettera al direttore Giordano, un montascale e un permesso scritto dellAter per poter montare il montascale. Poi si procederà per conto nostro alla realizzazione del tutto in poche settimane. Come sempre è meglio la sussidiarietà della burocrazia comunale o regionale. La realizzazione sarà a nostre spese: se poi qualcuno dellAter o un assessore comunale volesse spendere un po di tempo per avviare una pratica di rimborso sarà cosa grata.
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