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«Disabili, impugneremo la sentenza»

Se ci sono esigenze di bilancio o si riduce per tutti la didattica e il conseguente diritto allo studio, oppure si fa discriminazione. Questa la posizione del giudice Patrizio Gattari, che motiva l’ordinanza con cui due giorni fa ha accolto il ricorso dei genitori di 17 disabili contro la riduzione delle ore di sostegno. «La scelta discrezionale dell’amministrazione scolastica di ridurre le ore di sostegno agli studenti disabili - scrive Gattari - è idonea a concretare un’indiretta discriminazione, vietata dalla legge 67 del 2006, ogni qual volta essa non si accompagni a una corrispondente identica contrazione della fruizione del diritto allo studio anche per tutti gli altri studenti normodotati», scrive Gattari.
«È una sentenza che ci ha sorpreso perché parla di discriminazione, ma la discriminazione non c’è - il commento del direttore scolastico regionale Giuseppe Colosio -. La politica dell’Ufficio scolastico regionale, di quello provinciale e delle scuole è attuare l’integrazione al cento per cento dei disabili nella scuola». Secondo Colosio, infatti ci sarebbe «troppa confusione» tra la figura dell’insegnante di sostegno «che non è un insegnante per l’alunno disabile ma per la classe nella quale è inserito lo stesso», e l’assistente ad personam, «questa sì dedicata al singolo alunno con problemi di disabilità». Secondo il provveditore, infatti, l’insegnante di sostegno, grazie alla sua specializzazione, «innesca processi virtuosi nel disabile e nella classe» ed è per questo che l’integrazione può essere garantita solo da una serie di fattori connessi che sono gli insegnati, i compagni, la situazione di vita della classe. Colosio ha ribadito poi l’intenzione di ricorrere contro la sentenza di Gattari: «È stata interpretata male la sentenza della Corte costituzionale che parla esplicitamente di risorse per il disabili nel loro complesso».
Non si riduca il discorso a un mero conteggio economico: «A ottobre ho autorizzato in deroga quasi 600 posti di sostegno, per 18 milioni di euro, di cui io rispondo» replica Colosio. Ed era stato l’ufficio territoriale di Milano a stabilire che i 17 alunni disabili avessero bisogno di un numero di ore di sostegno inferiore rispetto al 2009, tanto che i posti in deroga non erano stati richiesti per le loro scuole.

Ora gli uffici di via Ripamonti stanno lavorando per integrare altri insegnanti come impone la sentenza. «Non saranno specializzati, ma semplici supplenti - avvertono - che si aggiungeranno ai 2000 supplenti di sostegno già in servizio, data la carenza di personale».

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