Discriminati in via Paravia? No, è una polemica politica

LA SCUOLA DELLE LITI In campo il provveditore. Colosio respinge le critiche dopo lo stop alla classe-ghetto a San Siro: "Non c’entrano gli stranieri, gli alunni erano sotto il numero minimo". Domani il tribunale si pronuncerà sul ricorso delle famiglie. La presidente dei genitori cattolici: "Pisapia sbaglia, anche la paritaria è pubblica"

Discriminati in via Paravia?
No, è una polemica politica

Domani il tribunale si pronun­c­erà sul ricorso presentato dai geni­tori degli alunni iscritti alla prima elementare di via Paravia, che non è stata aperta per il numero insuffi­ciente di studenti. «Spero - il mes­saggio del direttore scolastico re­gionale Giuseppe Colosio - che i giudici ci permettano di fare il no­stro lavoro, ovvero prendere deci­sioniinautonomia. Trovomoltofa­stidioso essere chiamati in causa ogni volta per il sospetto di discrimi­nazioni, che non esistono. Abbia­mo solo fatto rispettare una legge». La manifestazione del Pd davanti aicancellidellascuola? «Puramen­teideologica ».«LaTurco-Napolita­no del ’ 98- osserva il vicecoordina­tore lombardo Pdl Lara Comi- sta­bilisce che in una classe non ci pos­sa essere una predominanza stra­niera. La sinistra si tira la zappa sui piedi». È iniziato tra le polemiche il nuo­vo anno scolastico per 1.401.462 lombardi, di cui 258mila in scuole non statali. «Sarebbe un paradosso dire che il Comune di Milano gesti­sce delle scuole private». Il diretto­re Colosio entra anche nella pole­mica tra Regione e Comune sulla scuola pubblica e privata, nata dal­la lettera aperta del sindaco agli alunni.Acolpirel’attenzioneilpas­saggio in cui Giuliano Pisapia cita gli articoli 34 «la scuola è aperta a tutti» e 33 «enti e privati hanno il di­ritto di istituire scuole...senza one­ri per lo stato» della Costituzione, cavallo di battaglia dei contrari ai fi­nanziamenti pubblici alle scuole non statali. «Va chiarito che il Co­munegestiscescuoleparitarierico­nosciute da noi e dall’amministra­zione statale- spiega Colosio- que­ste fanno parte del sistema pubbli­co­dell’istruzione che è definito dal­la legge ».Non c’è bisogno di scomo­dare la Costituzione, per Colosio basta ricordarsi della legge 62 del governo D’Alema, che sancisce l’entrata a pieno titolo nel sistema di istruzione nazionale delle scuo­leprivate, chedevonoesseretratta­te «allapari»anchesulpianoecono­mico. «Mi sono stupito molto delle parole del sindaco, pensavo che la questione della scuola pubblica e privata fosse superata, non mi sem­bra il caso, di questi tempi, di torna­re su questo tipo di dibattito» chiu­de l’assessore lombardo all’Istru­zione Gianni Rossoni. Ma l’avvocato Pisapia fa finta di non capire il senso delle critiche: «Mi meraviglio che qualcuno si me­ra­vigli del contenuto della mia lette­ra per l’inizio dell’anno scolastico. Ho solo citato due articoli della Co­stituzione della Repubblica italia­na, una citazione che non dovreb­be creare stupore, specie nei rap­presentanti delle istituzioni». Non si fa attendere la risposta piccata delpresidentedellaregioneFormi­goni: «Mi sono distanziato da un’espressione che il sindaco Pisa­pia ha usato per ben tre volte e che non a caso non figura nella Costitu­zione. Si tratta dell’espressione “scuola pubblica”, che appunto non esiste in Costituzione e che la letteradelsindacoPisapiahautiliz­zato, almeno così a me pare, in ma­niera ideologica». Negli ultimi dieci anni è cresciu­to del 18% il numero degli studenti lombardi, e parallelamente degli alunni disabili. Per far fronte al­l’emergenza segnalata da Ledha e da altre associazioni e scuole il provveditore ha annunciato «un aumento del 70% delle deroghe (tradotto:risorseaggiuntive)rispet­to agli 11mila insegnanti attuali: stiamo analizzando caso per caso, ma è sicuro che supereremo le 560 deroghe dello scorso anno arrivan­do a circa 800».

Così sull’altro fronte aperto, ov­vero la necessitò di garantire il tem­po pieno in un momento di crisi, il direttore scolastico provinciale Giuseppe Petralia ha annunciato che entro l’anno in una decina di scuole partirà la sperimentazione «con strade inusitate per realizzare iltempopienosempreconl’organi­co attuale ». «Preoccupante» anche la situazione delle reggenze- scuo­le che condividono i presidi - : 420 su 1.285 istituzioni scolastiche in re­gione a cui aggiungere quelle che sorgono per problemi pratici.

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