Disoccupazione al 9,3 per cento, dato più alto dal gennaio 2004

RomaA pochi giorni dai suicidi legati alla perdita del lavoro, nel mezzo del dibattito sull’articolo 18, arrivano i dati Istat a confermare: la disoccupazione in Italia sale a livelli mai toccati dal 1999, tasso del 9,6%, 10,8% per le donne. Il tasso su base annua del 2011 (8,4%) è in linea con gli anni precedenti, ma nella seconda parte del 2011 si è registrata una brusca flessione dell’occupazione, a fronte di un’inizio d’anno abbastanza positivo. Nel 2012 la tendenza rimane negativa: a febbraio l’Istat segnala un drammatico boom dei senza lavoro, 16mila in più rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
S’innalza anche l’indice di disoccupazione giovanile, toccando un preoccupante 32,6%, percentuale più grave degli ultimi vent’anni (dal 1992), quasi tre punti in più rispetto a fine 2011, quando era a 29,8. Un ragazzo su tre in Italia non ha un lavoro e nelle regioni del Mezzogiorno questo dato s’impenna in negativo per le donne: non ha un’occupazione la metà delle giovani, 49,2%. La percentuale si conferma a febbraio di quest’anno: il 31,9% dei ragazzi sotto i 24 anni non è occupato, con un incremento del 4,1% su base annua. Su base annua il numero di disoccupati generale aumenta complessivamente del 16,6% (335mila unità). A fine 2011 i senza lavoro in Italia erano 2 milioni 429mila, con un forte aumento su base annua (+11,4%, pari a 249mila unità).
Non è un elemento di conforto, ma nello stesso giorno della trasmissione delle statistiche Istat arrivano i dati europei di Eurostat: a febbraio è stato record di disoccupazione nei Paesi dell’area euro, con oltre 17 milioni di cittadini senza lavoro e un tasso del 10,8%, mai raggiunto in Europa negli ultimi quindici anni. In Grecia e Spagna un giovane su due è a casa.
Gli occupati italiani nel 2011 sono diminuiti di 98mila unità. In controtendenza gli stranieri: a fine 2011 lavoravano 116mila immigrati in più rispetto al 2010.
«La crescita (dei disoccupati, ndr) - spiega l’Istat - riguarda sia gli uomini che le donne e interessa tutto il territorio nazionale. L’incidenza della disoccupazione cosiddetta di lunga durata passa dal 48,4% del quarto trimestre 2010 al 50,6%.


Gli unici a lavorare di più sono gli over 55, ma la ragione semplice è l’invecchiamento della popolazione: i lavoratori «anziani» sono 164mila in più rispetto all’anno prima, ma i venti-trentenni (under 34) occupati sono 253mila in meno.
A crescere è l’occupazione atipica (+121mila). Questo però non basta a contenere il tasso di disoccupazione del 2011.

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