La disoccupazione in Italia, in agosto, è scesa di 0,3 punti rispetto a quella del secondo trimestre del 2010, passando dallo 8,5 allo 8,2%. E rispetto a luglio, in cui era lo 8,4%, scende di 0,2 punti. Sia considerando i dati trimestrali, che quelli mensili cè una riduzione e non un aumento. E pertanto vengono smentite le recenti campagne politiche e mediatiche, che utilizzando i dati del secondo trimestre, diffusi dallIstat il 23 settembre, davano la disoccupazione in Italia in costante, preoccupante ascesa (verso il 9 per cento).
Tale tesi, ripetuta in modo martellante, è servita anche a Federconsumatori e Adusbef, associazioni di consumatori legate a Pd e Italia dei valori, per deridere i dati sullaumento di fiducia delle famiglie, secondo la rilevazione periodica mensile di settembre, comunicati dallIsae, istituto accusato di fornire studi di comodo per sostenere Silvio Berlusconi che si stava accingendo a chiedere la fiducia delle Camere.
Come può essere in aumento la fiducia delle famiglie se cè un aumento di disoccupazione? È un assurdo. Ci deve essere qualcosa che non va. Questo era il teorema messo in campo per sostenere che la politica economica italiana è inefficace, di fronte alla crisi internazionale. Ma ora si vede che tra landamento della fiducia e quello della disoccupazione non cè niente di strano, perché la disoccupazione è diminuita, mentre la fiducia è aumentata.
Il teorema che lega le due variabili è valido. Il miglioramento esiste in entrambi, anche se la strada per uscire dalla crisi non è completata. Cè ,poi, un dato che contrasta con la drammatizzazione che si è fatta sulla crescita della disoccupazione femminile. Infatti, in agosto, la disoccupazione femminile è calata di quasi un punto (0,8%), rispetto a luglio, scendendo dal 9,9 al 9,1%. È sempre più elevata di quella maschile (7,6%), ma le distanze tra le due disoccupazioni ora si è ridotta di molto.
Ciò dipende dalle riforme del mercato del lavoro, attuate o consolidate con la legge Biagi, riguardanti il part-time, i contratti a termine, il lavoro coordinato e a progetto, particolarmente importanti per le donne. E risulta smentita la tesi, secondo cui queste riforme avrebbero creato occupazione solo nei periodi di boom. La verità è che tutte le tipologie di contratti servono per avvicinare domanda e offerta di lavoro, e adeguarle alle esigenze delleconomia contemporanea. Il miglioramento di agosto non deve far dimenticare che, se aumenta la produttività del lavoro. la disoccupazione si riduce.
La disoccupazione in calo smentisce le cassandre
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