Dittature e anni di piombo La pittura affronta l’«ideologia»

Cos’hanno in comune un’adunata di balilla, una scolaresca che agita il libretto rosso di Mao, un’immagine di pornografia internet e un terrorista di Prima linea mentre prende la mira contro una vittima invisibile? «Ideologica» è il titolo di un’originale mostra di pittura contemporanea che mescola l’arte con la cronaca e la storia recente. L’artista è il giornalista e critico Mimmo Di Marzio e l’esposizione si inaugura oggi a cura di Roberto Borghi negli spazi della galleria Wannabee, in via Thaon de Revel 3. «L’ideologia - scrive Borghi - è una versione espansa e cristallizzata dell’idea. Mentre un semplice concetto è qualcosa di limitato e di plasmabile, una visione ideologica tende a essere totalizzante e rigida nei suoi presupposti, al punto da voler ridefinire interamente la realtà secondo i suoi schemi».
Cercando di tradurre l’ideologia in pittura, Mimmo Di Marzio non ha potuto non fare riferimento ai regimi che hanno tentato di concretizzare questa perversa mentalità. Di conseguenza i suoi più recenti dipinti rimandano per alcuni versi all’iconografia della cosiddetta «arte di stato», alle foto celebrative o di repertorio, a quelle immagini tra l’oleografico e l’inquietante che, in decenni non così lontani, hanno rappresentato dei modelli estetici per intere generazioni di pittori.

Di Marzio ha però scelto di sabotare questi modelli, di deformarli in modo tale da mostrarne gli aspetti più sinistri e conturbanti. È nata così una serie di dipinti realizzati con un linguaggio espressionista, ma con un’anima profondamente e minacciosamente realista.

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