Diventerà una serie di Raidue il film record bocciato da tutti

«Notte prima degli esami», in testa agli incassi dal 17 febbraio, avrà nuova vita in tv. Un’idea rifiutata da molti registi, prima di giungere a Fausto Brizzi

Michele Anselmi

da Roma

Adesso sono in tanti a mordersi le mani. In tre settimane, da quel 17 febbraio, Notte prima degli esami ha incassato quasi sei milioni e mezzo di euro. Se va avanti così, arriverà a otto, fors’anche a dieci, Verdone & Muccino permettendo. Un record assoluto per un’opera prima costata poco più di due milioni. Un piccolo-grande miracolo italiano. Non fosse altro perché la commedia generazionale di cui tutti parlano - noi del Giornale fummo i primi anzitempo ad annusarne la forza - è stata realizzata senza attori di grido: l’unico noto è Giorgio Faletti. Scritto e diretto da Fausto Brizzi, sceneggiatore con l’amico Marco Martani di alcune farse natalizie di De Laurentiis, Notte prima degli esami si propone come Il tempo delle mele del 2006, un mix di Come te nessuno mai, 3 metri sopra il cielo e Che ne sarà di noi; ma con una differenza fondamentale: essendo ambientato sul finire degli anni Ottanta, stuzzica anche la nostalgia di chi, in quel 1989, frequentava il liceo o ne era uscito da poco.
Risultato: ricicciano Raf e i Duran Duran, il Subbuteo e i poster di Mandela, perfino il Cecchetto di Gioca jouer. Ma sarebbe sbagliato sopravvalutare l’impatto culturale e sociologico del film. Anche se Notte degli esami diventerà una serie tv per Raidue, in prima serata. Stessi interpreti, nuovo regista, infinite puntate. Certo, questi sei milioni e passa suonano come una boccata d’aria per il cinema italiano se pensate che in due settimane di programmazione La terra di Rubini e Arrivederci amore, ciao di Soavi si sono fermati, rispettivamente, a un milione di euro e a 600mila.
E sì che all’inizio dell'impresa, Brizzi tutto pensava fuorché di dover passare dietro la cinepresa. Furono i ripetuti no ricevuti, direttamente o indirettamente, da Gianandrea Pecorelli, produttore e ideatore del progetto, a rendere inevitabile l’azzardo. Ora tutti a elogiare il fiuto di Raicinema, la lungimiranza della Iif di Fulvio Lucisano, l’apporto fornito dal ministero ai Beni culturali. Eppure c’è stato un momento nel quale Notte prima degli esami ha corso il rischio di non farsi. Pecorelli, signorilmente, non fa nomi. Si limita a ricordare: «Alcuni dei registi ai quali mi ero rivolto neanche hanno voluto leggere il copione. Lo reputavano “troppo commerciale“, si sentivano dimezzati nel mettere in scena storie scritte da altri». Così, da Daniele Luchetti a Lucio Pellegrini, da Massimo Martelli alla coppia Genovese & Miniero, da Anna Negri a Maria Sole Tognazzi, sono in tanti ad aver, anche per legittimi motivi, declinato l’offerta. Ma lui, Pecorelli, sapeva di fare la cosa giusta.
«Marketing: è questa la parolina magica», teorizza. «Sono da sempre convinto che il marketing vada applicato al prodotto precedentemente alla sua realizzazione. Nel caso del cinema italiano, si può fare in quattro modi». Quali? «Scegliendo fra quei cinque-sei registi che hanno un loro pubblico, ma proprio per questo costano molto. Assemblando un gruppo di attori di successo, anch’essi molto cari. Oppure giocando sul titolo e, di conseguenza, sul tema. Non avevo i mezzi per puntare sui primi due fattori, è stato giocoforza concentrarmi su titolo e tema».
Naturalmente un film che si chiama Notte prima degli esami non poteva non partire dalla musica, ovvero dai diritti delle canzoni. Pecorelli ha speso 170 mila euro per assicurarseli, più di quanto abbia pagato l’intero cast. Da questo punto di vista non sorprende l’iniziale diffidenza della commissione ministeriale che s’occupa di opere prime e seconde. «Volete far ricco Venditti», si sentì dire Pecorelli, così la pratica fu sospesa «per approfondimenti». Qualche mese più tardi, a riprese iniziate, il progetto invece passò, per un importo di 800mila euro, grazie alla determinazione di uno dei quattro esperti ministeriali, il produttore doc Mario Gallo. Il quale, ecco un altro bel paradosso italiano, non è stato riconfermato nel suo ruolo, qualche giorno fa, dal ministro Buttiglione.
«Che dire? Per me Gallo è un’icona, un pezzo di cinema italiano, la sua memoria storica», commenta invece il viceministro ai Beni culturali, Antonio Martusciello, 44 anni, che fa risalire l’esclusione a «necessità politiche e meccanismi fisiologici». Gran tifoso di Notte prima degli esami, rivendica alla riforma Urbani - il cosiddetto reference system - l’avvio di una pratica virtuosa nel campo dei finanziamenti al cinema. «Il successo del film, si capisce, è dovuto innanzitutto all’intuizione dei produttori. Ma è importante che lo Stato abbia scelto bene. Notte prima degli esami risponde appieno ai nuovi criteri. Che sono: basta con gli sprechi del passato, quando i produttori non rischiavano un soldo; una saldatura forte tra qualità d’autore e appeal popolare; fare film che agiscano come moltiplicatori economici». Il viceministro, nel definire la commedia di Brizzi «ritratto di un’Italia che mi piace», non nega le difficoltà del momento. Sa che i fondi pubblici per la produzione rischiano di scendere, nel 2006, da 75 a 40 milioni di euro, ma invita gli operatori a dare fiducia al governo. «Il cinema è una risorsa, non solo culturale.

Per questo, oltre ad incrementare il Fus, vogliamo costantemente dialogare con artisti e produttori, abbattere barriere e pregiudizi». Giusto, magari anche Notte prima degli esami contribuirà a far passare «’a nuttata».

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