«Divento una duchessa per Orgoglio»

Sul set della terza serie della fiction che viene girata a Roma a Villa Calandra

«Divento una duchessa per Orgoglio»
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Cinzia Romani

da Roma

All’ultimo momento, la sarta cuce una spallina a Lucrezia Lante della Rovere, perfetta col cipiglio blasé della Aldrovandi, misteriosa dama che crea abiti per le signore della Belle Epoque. Fa caldo a Villa Calandra, deliziosa dimora liberty sulla Nomentana dove si gira la terza serie di Orgoglio, kolossal Titanus per Rai Fiction, ma l’attrice, gran diadema di importanti penne aigrettes sulla chioma rossa e polacchine nere sotto al lungo vestito, s’immedesima nell’atmosfera d’una sfilata di moda d’altri tempi. Per essere l’amante del «cattivaccio» Hermann (Franco Castellano), s’è calata subito nella parte. «Devono scendere più lentamente!», urla il regista Giorgio Serafini, osservando al monitor il défilé delle modelle, che hanno fretta di scendere per la scalea di legno: i cappellini di velluto blu, le redingotes abbottonate fin sotto la gola, le stole di volpe, infatti, saranno pure affascinanti, ma fanno sudare le ragazze, frettolose di guadagnare l’ombra del parco. «Io, conciata così, ci andrei ovunque: è la femminilità assoluta!», commenta invece Elsa Martinelli, settant’anni di acerba energia, immessi nel ruolo della perfida Duchessa di Monteforte. «Sono un Acquario e credo al destino: giocavo a carte in casa dell’amica Nori Corbucci, quando gli autori di Orgoglio 3, Clerici e Stroppa, trovandomi molto bella, m’han proposto questa parte. E spero di far bene», spiega lei, vent’anni lontana dal cinema, dall’epoca in cui girò con Sordi Sono un fenomeno paranormale.
Tra le giovani attrici sue colleghe in questo terzo capitolo d’una saga popolare, perché romanza l’Italia d’un secolo fa, Elsa apprezza Gabriella Pession (Elisa Deodato), «per la sua faccia internazionale, non la solita brunona dalla fisicità prorompente».
Ma che cosa accadrà, nella nuova serie che snocciola cifre impressionanti? 3000 costumi di repertorio, 300 attori, 250 ambienti per le riprese, costate oltre 15 milioni di euro, 35 settimane di riprese, due unità di regia (Vincenzo Verdecchi affianca Serafini) fanno imbaldanzire il produttore Guido Lombardo. Siamo nel 1913, mentre si prepara la Prima Guerra Mondiale e una cosa è certa: la prima puntata partirà dal funerale di Anna Obrofari (Elena Sofia Ricci), che esce di scena, si vocifera per colpa d’un leone assassino. La scrittrice Maria Venturi, che firma il soggetto, non disdegna le tinte forti, si sa. Né mancherà il versante frivolo, con Aurora (Cristiana Capotondi), che si lancia nel nascente mondo della moda, mentre gli aristocratici mandano le camicie a inamidare a Londra e le marchesine leggono Regina, uno dei primi «femminili» del Paese. E intanto che gli autori scrivono già le puntate di Orgoglio 4, è in arrivo il ciclone Celeste Dubois (Claudia Ruffo), che sconvolgerà la vita di Pietro Pironi (Daniele Pecci).

Un fumettone, insomma, che però, stando ad Elsa Martinelli «viene visto anche da persone insospettabili, quali certi miei amici ingegneri o architetti, che la domenica non escono di casa, per gustarsi Orgoglio in pace».
Sul versante commerciale, il funzionario Rai Max Giusti precisa che l’azienda, dopo aver venduto la serie sui mercati dell’Est europeo, riacquisirà i diritti d’antenna sulla prima e sulla seconda serie.

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