da Roma
Ha il piglio da marescialla, il petto carico di medaglie doro e il fiero cipiglio del graduato, che passa in rassegna le sue truppe, pronte allattacco dellaffezionato pubblico. «E adesso, vediamo se vinco lOscar del perizoma!», scommette con lironia dei suoi nativi Colli Sabini Sabrina Ferilli, che dopo anni e anni di abitucci informi, dunque mortificanti, zoccoloni ortopedici contro ogni tentazione e orrendi pedalini corti, messi per farsi perdonare dessere brava oltre che bella, adesso conta un Globo doro, un Ciak dorato pure lui, un Nastro e un David di Donatello in pectore, non pervenuto per pura burocrazia. «I premi? Li paragono a pacche sulle spalle e del resto li ho ricevuti anche a inizio carriera», commenta lattrice, che prima di passare le acque termali di Ischia, nella sua villa adatta allozio estivo, anticipa al Giornale i prossimi impegni, densi di fiction e di cinema dautore. Con qualche gustosa scapricciata da diva formato famiglia: dal nonno al nipotino, tutti la vorrebbero come tata, nel ruolo domestico-piccante così caro al maschio italiano (però anche lamericana Jerry Hall, ex-moglie modella della rockstar inglese Mick Jagger, ha sempre raccontato che il cantante la volesse cuoca in cucina, dama in salotto e professionista a letto).
Cara Sabrina Ferilli, il grano è maturo: tempo di raccolta, visto che la cinecritica ora la premia?
«Momento di raccolta, sì. Ma prima di Tutta la vita davanti, sempre diretta dal Virzì de La bella vita, serano già accorti di me. Dopo dieci anni, chiaro, la mia carriera è più articolata, fra teatro, cinema, tivù. Fa piacere che insigni corporazioni riconoscano un valore».
Innegabile, però, che prima storcessero un po il naso: la Ferilli funziona, ma non come vera attrice...
«Fino a poco tempo fa, in effetti, cera il distinguo tra serie A e serie B, tra cinema e televisione. Ma sono fiera dessermi resa subito conto di alcuni cambiamenti e non mi sono fatta incastrare dalla pretesa rivalità cinema alto e tivù bassa, un meccanismo terribile. Per fortuna, il mio referente è il pubblico. Che sceglie senza pregiudizi».
Ci racconta della fiction «Anna e i cinque», che a novembre arriverà sul piccolo schermo per Canale Cinque? Qualche foto malandrina su un rotocalco lha fatta arrabbiare, perché non si tratta soltanto di spogliarelli, vero?
«È una storia divertente, in realtà, a metà strada tra il celebre film Tutti insieme appassionatamente e un altro fantastico film, Pretty Woman. Con un tocco tipo La tata, celebre serie televisiva, con al centro una povera disgraziata, come appunto la mia Anna, che capita a casa di certi miliardari».
Dove si ambientano le sei puntate di «Anna e i cinque», che ha la regia dellesperto Enrico Oldoini?
«Nella Milano chic. Dove un vedovo dorigine franco-meneghina, il fascinoso francese Pierre Cosso, è un padre alle prese con cinque figli e, allimprovviso, gli capita unistitutrice, vestita in modo sexy-imbarazzante, con minigonne attillate, magliette microscopiche, scollature audaci: sono io. I ragazzi saranno freddi e diffidenti, allinizio. I nonni, la francese Andrea Ferreol, molto snob e sulle sue, e Riccardo Garrone, che in realtà conosce la mia vera identità di spogliarellista del club Chicago, sono le quinte colonne della facoltosa famiglia Ferrari. E tiferebbero per lelegante fidanzata del figlio, interpretata da Jane Alexander. Ma non finirà col solito happy end zuccherino, perché non è una fiction consolatoria!».
La vedranno esibirsi in qualche spogliarello?
«Certo! Ma allinterno di situazioni comiche e buffe: basti pensare che il regista degli strip è il mio fidanzato per fiction, Raul Cremona! Insomma, siamo una coppietta di disgraziatelli, alle prese con un cattivaccio, che vuole soffiarci la licenza del club... Circola un tono da sofisticated comedy».
Lavorare insieme ai comici professionisti le piace?
«Molto! Tantè vero che, sempre con Oldoini, a ottobre comincio a girare il film a episodi I nuovi mostri, un film tutto da ridere, dove sarò la compagna cinica e sarcastica di Flavio Insinna e di Claudio Bisio, professionisti della risata. Saranno storie di cattivi, travolgenti e taglienti».
Parti da canaglia, non ne ha fatte finora, escludendo la patetica capo-centralinista di «Tutta la vita davanti»...
«Il bene e il male li distinguo ancora: sono due precise categorie di appartenenza, che tengo sempre a mente, per la mia autostima».
Secondo lei, la rinascita del cinema italiano è una cosa seria?
«Cè un cinema giovane, capace di raccontare, con una notevole tecnica. Penso a Garrone e ad altri registi giovani. Finalmente sè capito che la politica non è più legata al classico pippone dautore».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.