«Le diversità? Un antidoto alla noia»

«Non mangio salumi ma li compro per lei»

«Le diversità? Un antidoto alla noia»

Lei: Eleonora Pizzocheri, classe 1981, milanese, cattolica, diplomata al liceo linguistico, responsabile di un’elegante boutique di calzature in pieno centro. Lui: Boubacar Dabo, detto «Buba», nato a Dakar nel 1982, musulmano, in Italia dal 1999 per ricongiungimento familiare, studi a Milano presso l’Istituto turistico di economia aziendale e manager in un noto negozio di articoli sportivi. Loro: Ibrahim Pelé (camicetta verde) e David Gianluigi (camicetta rossa), gemellini monozigoti, un anno, mai fermi, con l’aria entusiasta di stare al mondo. Quella che vi abbiamo presentato è la famiglia di Buba, Eleonora e pargoli, un allegro quartetto tricolore - nero lui, bianca lei, caffelatte i pupi - che non passa di certo inosservato.
Come vi siete conosciuti?
Lei: «In un locale sette anni fa. È nata subito una simpatia e con il tempo ci siamo innamorati. Mi ha sedotta con le parole. E poi sono rimasta affascinata dalla sua cultura. Per ora ci siamo sposati con il rito musulmano. In futuro vedremo».
Cosa vi ha colpito l'uno dell'altro?
Lui: «La spontaneità e l’intelligenza. E il fatto che sia una bella ragazza».
Lei: «La determinazione, l’affidabilità e il senso che ha per la famiglia. Inoltre è un gran lavoratore».
I vostri figli cresceranno cattolici o musulmani?
Lui: «Io insegnerò loro la mia fede e i principi nei quali sono cresciuto e poi saranno loro a scegliere liberamente».
Lei: «La verità è che Buba non ci sente quando gli dico che li voglio far battezzare. Vorrei che avessero la possibilità di conoscere entrambe le religioni e dare loro almeno il primo sacramento cattolico. Per ora sono stati battezzati con il rito musulmano. È un tema sul quale litighiamo».
Lui: «Non capisco perché lei li voglia battezzare a tutti i costi visto che non la vedo praticare o andare in Chiesa. È una questione di coerenza».
Qui si mette male...
Lei: «Anche se non sono praticante credo nel mio Dio cattolico».
Lui: «Il bello di una coppia è che si discute e ci si confronta. Altrimenti che noia. Mi auguro che lei riesca a convincermi dell’autenticità della sua fede. A quel punto non avrei nulla in contrario a battezzare i bambini».
In che lingua parlate con loro?
Lei: «In italiano, ma Buba anche in senegalese e in francese».
Si mangia prosciutto a casa vostra?
Lui: «Io no, ma dato che sono un marito buono e bravo le compero la salamella al supermercato che lei mangia davanti a me senza fare una piega».
Lei: «In effetti sul cibo non rompe».
Cosa pensate delle coppie miste?
Lui: «Ormai se ne vedono in giro tante. È facile sposarsi ma anche separarsi dopo sei mesi se non c’è rispetto nei confronti dell’altro».
Lei: «In una coppia mista - ma vale per tutte le coppie - ci vogliono pazienza e capacità di adeguarsi, virtù tipicamente femminili.

A sacrificarci siamo sempre noi donne».
Lui: (Risatina).
Come festeggiate le feste comandate?
Lei: «Un bel casino. Io ho due fratelli: uno è sposato con una thailandese buddhista e l’altro con una bulgara ortodossa. Vi lascio immaginare...».

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