Divieto di balneazione è tutti contro tutti

Rischia di finire in tribunale il divieto di balneazione imposto dall'Arpal nel centro di Bogliasco. Il sindaco Luca Pastorino, infatti, dopo aver dovuto emettere l'ordinanza che vieta le immersioni nelle acque antistanti lo sbocco del rio Poggio (subito sotto l'antico ponte romano), non ha esitato a puntare il dito contro Iride, l'ente responsabile del torrente che avrebbe scaricato in mare i colibatteri fecali prodotti dagli scarichi urbani e responsabili dell'inquinamento. Bogliaschini e turisti, fino a quando l'ordinanza di divieto di balneazione non verrà ritirata, potranno immergersi nelle acque sottostanti la chiesa e, dal prossimo 11 luglio, anche a Pontetto dove sono in via di ultimazione i lavori di messa in sicurezza della scogliera.
Almeno quattro prelievi su cinque negativi. E' quanto prevede la legge per il via libera alla balneazione. Lo stop ai bagnanti di Bogliasco è arrivato in successione dal secondo e dal quarto rilievo effettuato dai tecnici dell'Arpal, bloccando per il secondo anno consecutivo l'accesso al mare nel cuore della cittadina del golfo Paradiso.
Le cause della vicenda che rischia di rovinare l'immagine balneare di una delle mete storiche dei genovesi, con tutti i danni economici e commerciali che ne derivano, sarebbero infatti da ricercarsi nella fuoriuscita di acque nere dalla rete fognaria. Liquame portato in mare attraverso il rio Poggio.
Da lì l'attacco del sindaco: "il problema è che i controlli del principale torrente cittadino non competono al Comune, ma all'ente gestore. Se l'ente facesse dei controlli regolari per tutto l'anno, non si arriverebbe a queste situazioni. Invece interviene solo dopo che il danno è stato fatto". Una situazione intollerabile, secondo Pastorino, "visti gli aumenti esponenziali della fornitura dell'acqua negli ultimi anni".

Ma l'opposizione guidata dall'ex sindaco Adelio Peruzzi non si accontenta e accusa Pastorino di non aver saputo intervenire in tempo. Senza contare che a breve è previsto il collegamento di Bogliasco col depuratore di Quinto. Un'opera che rischia di rivelarsi completamente inutile se, come sembra, la rete fognaria fa acqua da tutte le parti.

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