Divorzio fra Stoner e la Ducati. E Rossi accelera sulla Rossa

Ufficializzata la fine del rapporto con l’australiano (andrà alla Honda). Con Valentino c’è l’accordo. Da definire solo alcuni dettagli con Yamaha

Divorzio fra Stoner e la Ducati. E Rossi accelera sulla Rossa

La staccata con cui Casey Stoner e la Ducati hanno infilato per primi la curva del mercato piloti è stata bella ma non inaspettata. Honda e Yamaha, che li seguivano a un palmo, erano e restano lì, incollate e pronte a impennare e accelerare per piazzare i loro nomi grossi e grandi: ovvero Stoner viene da noi (Honda), ovvero Rossi ci lascia (Yamaha). Il Gran premio che tutti s’attendevano è dunque iniziato nel migliore dei modi, addirittura anticipando un filo i tempi. Lo squadrone italiano ha comunicato che l’avventura durata quattro anni con il giovane prodigio balzato dalla terra dei canguri si concluderà a fine stagione e con parole d’affetto Casey ha detto «vi ringrazio per avermi dato la grande opportunità di correre e vincere e di aver scommesso su di me alla fine del 2006, quando ero praticamente uno sconosciuto». E con stima, il direttore generale Corse Ducati, Filippo Preziosi, ha risposto grazie a te «soprattutto a nome di tutte le persone che lavorano da noi... perché ci hai ripagato con vittorie ed emozioni».

Un tutti felici e contenti che ha molti padri: in primis lo stile della Casa bolognese; a seguire la volontà di rendere snella l’operazione d’uscita (Stoner andrà in Honda alla corte di Livio Suppo, il ds che lo portò in Ducati) come snella dovrà essere quella d’entrata, cioè l’entrata di Valentino Rossi. Un fenomeno, il Vale, che la Ducati sente ormai di avere in sella, visto che si vocifera che la questione soldi (circa 10 milioni a stagione per due anni) sia superabile o superata così come il problema dello sponsor (Rossi ha Fastweb, la Ducati Telecom e, comunque, dovrebbe arrivare Fiat). Persino alla voce impegni istituzionali barra promozionali ci sarebbe totale intesa. Proprio quest’ultimi, in apparenza un ostacolo apparentemente minore, nella carriera di Valentino sono invece sempre rimasti fra i dettagli più significativi, in quanto molto geloso del proprio tempo extra motociclistico. Invece la Ducati, di quegli stessi impegni ha fatto un “must” su cui fondare lo stretto contatto con il proprio pubblico-cliente. Ma, come detto, anche questo problema pare superato o superabile.

E allora perché non si annuncia nulla dal fronte Yamaha-Rossi? Almeno fino alla vigilia del prossimo week-end, quello del Gran premio di Germania, questione principale saranno le condizioni fisiche del campione e la sua preparazione accelerata per decidere (dopo il test fatto a Misano) se correre al Saachsenring («lo annuncerò mercoledì» ha fatto sapere). E poi, e soprattutto, Valentino vuole parlare di persona con i vertici Yamaha che hanno ora solo occhi per il giovane Lorenzo. All’ordine del giorno un tema che sta molto a cuore anche alla Ducati: ottenere, come segno di riconoscenza per quanto dato in sette anni, l’okay per poter, appena terminata la stagione a Valencia, il 7 novembre, montare subito in sella alla Rossa e approfittare dell’ultima sessione di test dell’anno. Un favore, va ricordato, non così scontato, visto che la Honda non glielo concesse quando la lasciò per accasarsi con la Yamaha.

In ultimo, Valentino, nei prossimi giorni, oltre a curarsi dovrà far opera di convincimento (certamente è già iniziata) su Jeremy Burgess, il capo tecnico australiano che lo seguì dalla Honda. Il suo tecnico di fiducia.

Qualcuno dice che Burgess sia pronto, qualcun altro sostiene che la Yamaha messa a punto da lui e Valentino vada così bene che stavolta, Jeremy, non se la senta di emigrare. Non ha trent’anni, ma molti di più. E le primavere passano per tutti. Ma non per il Vale nazionale.

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