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Dl anticrisi arriva al Senato con le modifiche

Berlusconi annuncia correttivi al testo appena approvato. Tremonti a colloquio con Napolitano per mettere a punto i correttivi. Risolto il nodo energia, le competenze tornano alla Prestigiacomo, eliminata la riforma sulla Corte dei Conti e via il trattamento fiscale sull'oro

Dl anticrisi arriva al Senato con le modifiche

Roma - La Camera ha approvato il decreto anti-crisi con 285 voti favorevoli e 250 contrari. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato, che ha già previsto sedute fino a domenica prossima per approvarlo nei tempi più stretti possibili. Così, se da una parte il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, assicura che il testo subirà modifiche a Palazzo Madama, dall'altra il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, va al Quirinale per un colloquio con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano proprio per concordare le modifiche al testo.

Modifiche, c'è l'accordo La maggioranza avrebbe concordato con il governo di apportare alcune modifiche al decreto anti-crisi. I punti in questione riguardano le norme sul trattamento fiscale delle riserve auree di Bankitalia; la revisione della norma che sottrae al ministero dell’Ambiente le autorizzazioni relative all’impatto ambientale nella costruzione di nuovi siti per la produzione di energia; infine la revisione della riforma della Corte dei Conti, entrata in questo decreto dopo essere stata stralciata da un precedente provvedimento. Montecitorio può andare in ferie, il testo verrà approvato al Senato così com'è stato licenziato. Le modifiche si faranno con un provvedimento separato.

Il nodo Prestigiacomo Il presidente del Consiglio ha spiegato che le modifiche dovrebbero contenere anche la richiesta del ministro Prestigiacomo. Per quanto riguarda la norma sulla tassazione del rendimento dell’oro, il capo del governo non va oltre un "stiamo lavorando". Nodi principale è proprio l’articolo 4 sull’energia con le competenze del ministero dell’ambiente sulle centrali. Il ministro all’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, si augura, infatti, che l’articolo 4 sarà modificato perché "è nell’interesse del Paese". e spiega: "Ho avuto la parola del Presidente del Consiglio e a me quella basta".

La tassa sull'oro Berlusconi non sa dire se Palazzo Madama metterà mano anche alla parte che riguarda la tassa sull’oro e, in particolare, a quello della Banca d’Italia, argomento sul quale si limita a dire: "Ci stiamo lavorando". La tassa sull’oro è stata, infatti, bocciata per due volte dalla Bce perché considerata lesiva dell’autonomia di Bankitalia. Non ha convinto Francoforte nemmeno la previsione che, per applicare la tassa a Bankitalia, serva il parere "non ostativo" della Bce. Un altro nodo del provvedimento - che introduce, tra l’altro, la terza sanatoria per i capitali detenuti illegalmente all’estero - riguarda la stretta alle indagini della Corte dei conti, che potrà aprire un’inchiesta per danni erariali solo "a fronte di una specifica e precisa notizia di reato".

Gli interventi per il Sud Durante l’esame del decreto è scoppiata la questione dei mancati interventi a favore del Mezzogiorno e relative minacce di uscita dalla maggioranza da parte dell’Mpa e dell’ala del Pdl che fa capo a Gaetano Micciché. Per smorzare le tensioni, Berlusconi ha annunciato un imminente piano del governo sul Mezzogiorno. Dovendo modificare il decreto, che dovrà quindi tornare in terza lettura alla Camera, non si può escludere che il governo ne approfitti per adottare primi interventi al sostegno del Sud.

Le misure economiche Oltre allo scudo fiscale, il decreto contiene un pacchetto di misure a sostegno dell’economia, come gli sgravi fiscali su utili reinvestiti e aumenti di capitale delle pmi. Il provvedimento prevede anche la sanatoria a settembre su colf e badanti, la possibilità di mandare in pensione i dipendenti pubblici con 40 anni di contributi (anche figurativi) e il progressivo aumento dell’età pensionabile a partire dalle dipendenti del pubblico impiego.

Le accuse di Di Pietro Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, non perde occasione per prendersela con il capo dello Stato. Nella sua dichiarazione di voto in aula a Montecitorio sul dl anticrisi attacca nuovamente Berlusconi, sul fronte della tutela dei poteri della Corte dei Conti, e sollecita il Colle. L’ex pm ricorda che nel decreto "c’è uno scherzetto contro la Corte dei Conti che si vede ridotta i poteri di indagine perché questo governo i controlli non li vuole così come non vuole quelli della magistratura ordinaria". Ma, ricorda Di Pietro, "la Corte dei Conti è un organo di autogoverno che non deve subire decisioni dell'esecutivo".

L'affondo di Franceschini "Oggi si scrive un’altra pagina nera del Parlamento". Così il segretario del Pd, Dario Franceschini, ha esordito in aula alla Camera, nel corso delle dichiarazioni di voto. "Sono anni - ha ricordato Franceschini - che discutiamo di riforme costituzionali e di riforma dei regolamenti parlamentari per velocizzare la procedura legislativa: oggi voi lo avete brutalizzato. "Il sistema - ha proseguito il numero uno del Pd - è sempre lo stesso. Viene approvato dal Cdm un decreto in bianco e pubblicato solo 6-7 giorni dopo.

Viene mandato alle Camere e inizia stancamente un dibattito che finirà con un maxiemendamento che raccoglie un pò di tutto umiliando il lavoro delle commissioni, alla faccia del requisito costituzionale dell’urgenza e dell’omogeneità di materia".

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