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Dl anticrisi, ok alle modifiche

Il Consiglio dei ministri oggi approverà un decreto contenente alcune correzioni ai provvedimenti inseriti nel decreto anticrisi. In particolare, si modificheranno le norme relative all’apertura di inchieste da parte della Corte dei Conti solo «a fronte di una specifica e precisa notizia di danno». Inoltre è prevista la reinclusione del ministero dell’Ambiente negli iter autorizzativi delle centrali e si cambieranno alcuni dettagli dello scudo fiscale.
Troveranno, quindi, accoglimento le istanze del Quirinale. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, aveva infatti chiesto al ministro dell’Economia Giulio Tremonti di apportare qualche correzione al decreto anticrisi contestualmente alla sua conversione in legge.
L’articolato approvato martedì scorso dalla Camera ieri è stato esaminato dalle commissioni riunite Bilancio e Finanze del Senato. Questa mattina dovrebbe approdare in Aula e sarà posta la questione di fiducia sul testo uscito da Montecitorio. I 270 emendamenti presentati dai senatori, ancorché discussi, non saranno inseriti nel dl. L’unico apparente problema riguarda la tempistica: il Consiglio dei ministri potrebbe infatti trovarsi a varare un decreto che corregge un altro provvedimento non ancora entrato in vigore perché l’ok di Palazzo Madama dovrebbe giungere domani mattina (oggi stesso se si velocizzeranno i tempi). È solo una questione apparente giacché il 27 dicembre 2006 il governo Prodi, nell’ultima riunione dell’anno, emendò per decreto il «comma Fuda» sulla prescrizione breve della Finanziaria 2007 che sarebbe entrata in vigore il primo gennaio successivo.
«Pur tenendo conto del dibattito che c’è a livello istituzionale sulle modifiche, esamineremo il testo che ci è pervenuto dalla Camera», ha affermato il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri ricordando che c’è la possibilità «di una rapida approvazione del decreto e la contestuale definizione di un provvedimento che ne modifichi alcune parti come è accaduto anche in passato». Una chiara allusione al comma Fuda. «Sarà il governo - ha concluso - a dire come vorrà introdurre le modifiche, noi siamo il Parlamento della Repubblica e lavoreremo tutto il tempo necessario». Molto critica Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd, immemore dei fasti del 2006 quando già ricopriva la carica attuale.

«È la degna conclusione di un pasticcio incredibile», ha rilevato.

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