Il Comune di Roma passa dalla carta al digitale. Entro un anno e mezzo lamministrazione conta di portare a compimento il progetto di «dematerializzazione» degli atti amministrativi. Parola dordine «informatizzazione»: il tutto per una maggiore efficienza e in un contenimento dei costi che secondo gli studi del Politecnico di Milano si aggirerebbe intorno a circa 10 milioni di euro dopo il primo trimestre 2010 e di 50 milioni di euro annui nel 2011 a processo ultimato. A questi risparmi vanno sommati i benefici ambientali associati alla dematerializzazione che al termine del progetto si sostanzieranno nel risparmio di un consumo di carta pari a 1.540.000 chili per anno che consentirebbe di non abbattere 22.000 alberi. A spiegare cifre e finalità del processo, in Campidoglio, sono stati il sindaco Gianni Alemanno e lassessore al personale Enrico Cavallari.
«Da una situazione di retroguardia della struttura amministrativa - dice il sindaco - Roma si collocherà come avanguardia. Il processo non comporterà solo un risparmio in termini economici e ambientali, ma anche di visibilità e tracciabilità nel rapporto con il cittadino-utente. Un passo deciso verso lidea di un Comune come casa di vetro». Lapplicazione della dematerializzazione sarà graduale e coinvolgerà nel primo trimestre del 2010 due dipartimenti (Dipartimento del patrimonio e della casa e Dipartimento delle risorse economiche) e due municipi (XII e XVIII) per un volume complessivo di circa 675.000 documenti. Cavallari ha sottolineato come la macchina amministrativa sia già strutturalmente adeguata a procedere con la dematerializzazione dei flussi documentali. «Abbiamo la tecnologia e la piattaforma amministrativa - ha detto lassessore - Bisogna cambiare la cultura puntando alluso del protocollo informativo da parte del personale».
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