nostro inviato ad Assisi
Lo «strizzacervelli» entrerà ufficialmente nei seminari italiani? Probabilmente sì, e anche molto presto. La 55ª assemblea generale della Cei, in corso ad Assisi, ha discusso e votato ieri la bozza di un documento sulla formazione dei futuri preti che, oltre a recepire le nuove indicazioni vaticane sullesclusione degli omosessuali dal sacerdozio, suggerisce pure di servirsi di psicologi e psichiatri per accertare che il candidato allordine sia privo di patologie mentali.
È il paragrafo 51 della bozza, intitolato «personalità sufficientemente sana e ben strutturata», dove si legge che «occorre accertarsi con lausilio di una adeguata psicodiagnostica che egli (il candidato, ndr) sia libero da patologie che pregiudicano il fruttuoso cammino seminaristico» e che «la sua capacità relazionale sia già in partenza promettente». Vale la pena di ripetere che questo è uno dei punti più dibattuti e che il testo, ancora riservato, oltre ad essere emendato dai vescovi, dovrà ottenere la «recognitio», vale a dire la supervisione della Santa Sede. Tutto è dunque ancora possibile, anche se la volontà espressa dalla Conferenza episcopale italiana appare certamente indirizzata ad estendere lutilizzo delle consulenze psicodiagnostiche sui candidati al sacerdozio. Da molti decenni è possibile, per un seminarista che senta il bisogno di farlo, rivolgersi allo psichiatra. In questo caso, però, il test sembra quasi trasformato in una prova di ammissione o di pre-selezione, per valutare leventuale presenza di patologie che possano pregiudicare lo svolgimento dellattività sacerdotale. Da tempo si discute di questo argomento anche in Vaticano ed è allo studio da diversi anni il testo di un breve documento tutto incentrato sulluso della psicodiagnostica e sulle caratteristiche che deve avere lo psicologo che dovrà essere consultato. Questo documento, preparato dalla Congregazione per leducazione cattolica, guidata dal cardinale polacco Zenon Grocholewski, è stato scritto e riscritto varie volte. Lultima stesura, che contava dodici pagine, era stata presentata a Papa Wojtyla durante le vacanze estive del 2004. Altri dicasteri della Curia romana, come ad esempio le Congregazioni del clero, del culto divino e della dottrina della fede (guidata allepoca dal cardinale Ratzinger) si sono opposte alla sua pubblicazione non condividendone limpostazione e il documento è stato al momento bloccato. Giovanni Paolo II non è mai stato di per sé contrario allaiuto degli «strizzacervelli»: quando era arcivescovo di Cracovia, in alcuni casi particolari, faceva visitare i seminaristi dalla dottoressa Wanda Poltawska, la psichiatra per la quale Wojtyla aveva chiesto e ottenuto da Padre Pio il miracolo della guarigione dal tumore. Ma si trattava di consulenze su casi problematici e specifici, non lestensione di una regola.
Casi clamorosi, nellimmediato post-concilio, sono avvenuti in Brasile; altri sono verificati in Irlanda, dove il parere dello psicologo o dello psichiatra è diventato in qualche caso il criterio ultimo per decidere dellattitudine del seminarista al sacerdozio. Varie altre sperimentazioni sono state introdotto nella prassi di vari seminari, senza però che venissero sancite ufficialmente nei documenti.
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