(...) che non ha del tutto perso labitudine. Lhanno accusata di populismo, di aizzare i milanesi contro il potere costituito. Sbagliavano: non cera alternativa che far sentire la voce dei cittadini per sturare certe sordità. Servivano le cannonate.
Anche i tagli in Comune ci sono piaciuti, si potrà obiettare che 33 milioni di euro risparmiati non sono poi molti a fronte del bilancio di Palazzo Marino. Daccordo, ma il segnale cè ed è forte anche per quei dirigenti troppo abituati a dare per scontato stipendi con scatti automatici e benefit crescenti.
Però in questi dodici mesi non tutto è andato così liscio, per esempio il famigerato ticket antismog è un pasticcio a tuttoggi non risolto. Qualche mese fa una sera siamo andati a dormire rassicurati dalle parole dellassessore Edoardo Croci («pagheranno solo i non residenti») e ci siamo svegliati con una decisione ribaltata durante la notte: pagheranno caro, pagheranno tutti. E poi che caos tra Euro zero, Euro 1 e filtri antiparticolato: questi sono esenti, anzi no, quegli altri pure ma nei giorni di festa. Sulle tariffe abbiamo passato in rassegna tutti i numeri del pallottoliere: dieci euro, no otto, forse due ma con lo sconto. Se sono troppi si faranno abbonamenti. Sarà solo unimpressione, ma sullinquinamento (e i nostri polmoni sono un problema che sta molto a cuore sia al sindaco che allassessore Croci) cè ancora tanto lavoro da fare.
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