Riccardo Signori
Chissà cosa avrà detto questa volta allasta delle sue brame? Prima di ogni salto, Yelena Isimbayeva sa dire parole dolci. Impossibili da scoprire. «Sono cose che conosce solo il mio allenatore», ama raccontare. Ieri le parole devono essere state molto convincenti, perché quando lasta si è inarcata tutti hanno capito che avrebbe scaricato la sua padrona lassù, oltre il muro dei sogni, nel cielo delleternità. Yelena è salita a cinque metri, un muro, uno dei tanti che la storia dellatletica si diverte a metter davanti agli uomini e alle donne. E a dire: vediamo chi ce la fa?
Ce lha fatta lei, lunica fra le donne di questo mondo capace di impugnare unasta, ammaestrarla come avesse muscoli dun uomo e farsi fiondare così in alto come un fuscello morbido ed aggraziato, mai scosso dalla furia del vento, ma sollevato da ali invisibili. Lei che non è Bubka, ma sarà una Bubka. Lei che ha imparato a monetizzare larte centimetro dopo centimetro, ma ieri sera sotto la cappa grigia di Londra, nel teatro del Crystal Palace che era caldo di emozioni e sensazioni, pieno di sorprese, chiesa per religiosi veri, tempio per scoprire grandi prestazioni di uomini e donne, davanti a tutto questo la Isinbayeva ha buttato allaria quel cinismo da ragioniere ed ha fatto parlare il cuore. «Il clima era buono, laffetto della gente grandioso. Come facevo a tirarmi indietro?», ha poi spiegato.
Il record del passo allincasso era già stato realizzato: 4,96 al secondo tentativo. Poi, sul tabellone del Crystal, è comparso quel 5 metri che ha stupito un po tutti: inconsueto per la regina dal centimetro dopo centimetro. Ma doveva esser troppa lattrazione, che è stata fatale. Al primo tentativo Yelena ha scavalcato il muro con la stessa tranquillità di uno che beve il caffè al bar. A Volgograd, la città delle donne volanti, la città dove Yelena è cresciuta ed ha imparato larte, qualcuno avrà fatto suonare la campana. A Londra il mondo ha finalmente sorriso, abbagliato da quel raggio di luce: quarto record in un mese, diciassettesimo della sua carriera, partita con un 3,30 nel 1997, scandita anno per anno da una progressione esaltante. E non finirà qui, perché la signora delle aste ha promesso di battere i numeri di Bubka che ieri era in tribuna. Ed ha voluto carezzarla. «Penso che Yelena sia unica. Ha fatto il record come lo feci io. Saltare 5 metri è qualcosa di veramente speciale». Ma anche lui, per lei, è qualcosa di speciale. «Sergey ha battuto il record 35 volte, io voglio superare anche quel primato. Ma essere la prima donna a superare i 5 metri era il mio sogno. Non posso spiegare quello che provo. Non so quanto potrò andare ancora in alto: forse 5,05. Forse più».
Ambiziosa e vanitosa: indossa orecchini con la sigla Pv (pole vault, salto con lasta), dice di esser innamorata di questo sport. Figlia di padre musulmano, è entrata nella storia proprio a Londra. Ma lei è cristiana ortodossa. Dopo Atene è diventata una vera stella. Le piacciono le auto veloci, ha un debole per la moda: Gucci, Dolce & Gabbana. Colleziona scarpe: ne ha circa una trentina, molte con tacco a spillo. Ama il ballo e la canzone italiana: da Toto Cutugno a Celentano. È un incrocio fra un robot dellatletica e una donna romantica. Ha vinto loro olimpico ed ora attende impaziente di replicare ai mondiali (in collezione ha solo un bronzo). Vuole figli e record. Avrà tutto.
Ma il meeting del Crystal ha riservato tanto daltro: un tempo da figlio del vento ed una foto sconsolante. Si è conclusa così la grande sfida fra Justin Gatlin, campione olimpico dei 100 m. e Asafa Powell, recente recordman del mondo. Il campione olimpico è volato nella sua gara preferita, mentre luomo record si è fermato dopo cinque appoggi, toccandosi linguine della gamba destra dove soffre agli adduttori da oltre un mese. Un brutto colpo che mette in dubbio la sua presenza ai mondiali di Helsinki fra 15 giorni. Invece Gatlin è filato via, imperioso e imperiale, chiudendo in 989, suo miglior tempo dellanno, se togliamo il 984 ventoso realizzato a Eugene, battendo proprio Powell. Mai nessuno aveva corso così velocemente sul suolo inglese. Straordinaria laccelerazione di Gatlin, sempre un po impacciato alla partenza. Lamericano aveva corso la semifinale in 1001, mentre Powell aveva ottenuto un 1002. Dietro Gatlin, Leonard Scott (994) e Kim Collins il campione del mondo uscente: 10.
Sorpresa nei 400 maschili dove Wariner, lamericano campione olimpico, è stato battuto dal gran rush finale dellinglese Tim Benjamin (4475). Stessa scena nei 200 femminili dove la Campbell, è stata sconfitta da Allison Felix (2216) la fidanzata quasi segreta di Gatlin.
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