Dolce Vita? La capitale non è tra le top 20 nel mondo

In testa alla classifica, stilata dal mensile inglese «Monocle» c’è Monaco, seguita da Copenaghen

Traffico, criminalità, inquinamento, caldo sette mesi l’anno, prezzi alti, soprattutto per i turisti. La bella vita non abita più qui. Gli sforzi di rendere questa città «unica» e «accogliente» (caldo a parte, naturalmente) da parte di Veltroni sembrano essere stati vani. La capitale italiana non figura infatti nella classifica delle «top 20» nel mondo in quanto a vivibilità. Ma d’altronde sorprendersi della graduatoria, stilata dal mensile inglese «Monocle», è come confessare di aver viaggiato poco.
In testa c’è il nord Europa: Monaco, seguita da Copenaghen e Zurigo. Tra le prime 20, due città spagnole (Madrid e Barcellona, rispettivamente al decimo e al tredicesimo posto); due svizzere (Zurigo e Ginevra al terzo e al diciannovesimo), le altre capitali scandinave, Helsinki e Stoccolma, al sesto e all’ottavo.
Nel compilare la lista, pubblicata sull’«International Herald Tribune, sono stati utilizzati indici di valutazione tradizionali, oltre a fattori che «possono far fare la bella vita oppure renderla un inferno»: ovvero la qualità di scuole, ospedali, aeroporti e treni, la tolleranza verso le diversità, il livello del crimine, la facilità con cui si trova qualcosa da bere in piena notte.
La miglior città è risultata Monaco, titolare di «una combinazione vincente di alta qualità abitativa, basso livello del crimine, politiche liberali, forte potere dei media: sebbene abbia gli affitti più alti d’Europa, Monaco compensa con un’alta qualità della vita». Al secondo posto, Copenaghen, per «il suo giovane dinamismo e la sua creatività». Al terzo Zurigo, seguita da Tokyo dal «basso livello del crimine, eccellenti ristoranti e un sistema di trasporti straordinariamente efficiente».
Costantemente coperta da un cielo azzurro che consente la vita sempre all’aria aperta, Sydney è al settimo posto. Unica città statunitense tra le prime 20 Honolulu, che rimane «una destinazione ambita dai turisti in cerca di sole, mare e surf, ma che offre anche un nascente fiorire delle arti e una prorompente economia».
Per la classifica sono stati utilizzati come criteri la disponibilità di un aeroporto efficiente e pensato in maniera adeguata, il tasso di omicidi e furti nelle case, la qualità del sistema sanitario; la media annua delle temperature (da noi davvero alte tra maggio e ottobre); il sistema dei trasporti (altra nota dolente romana); la facilità con cui prendere un drink all’una di notte; il rapporto qualità/prezzo del trasporto pubblico e dei taxi (stendiamo un velo); l’accesso alla natura e le iniziative di tutela ambientale.
Monocle, «il primo magazine globale» è stato lanciato lo scorso marzo da Tyler Brûlé, l’enfant prodige canadese trapiantato a Londra, che nel ‘96 aveva fondato Wallpaper, la più grande storia di successo tra i periodici durante l’esplosione di Internet. Monocle ha base a Londra e uffici a New York, Tokyo e Zurigo. Lo scopo è generare un prodotto svincolato dalla collocazione territoriale che sveli le novità più esclusive del pianeta.

Alto il target della rivista: la nuova classe dei professionisti globali che viaggiano in continuazione e vogliono sapere dove cenare ad Hanoi e chi comanda a Lagos. La rivista esce 10 volte l’anno in Europa, America e Asia, ma anche in Internet.

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