«Le domande erano facili Ma mi sono confuso perché avevo poco tempo»

Invalsi, ovvero prove di contestazione. Alle scuole superiori i famigerati quiz sono stati contestati, boicottati, politicizzati. Nei giorni scorsi qualche istituto ha limitato la rilevazione alle sole classi campione scelte dall’Invalsi, escludendo tutte le altre seconde classi. In qualche scuola gli studenti hanno sostenuto la protesta consegnando i test in bianco. Alla fine la «massa» ha aderito, sia pure a bocca storta.
Ieri è andata meglio alle elementari. Per i bambini è stato quasi un gioco apporre crocette nel posto giusto anche se diversi di loro si sono confusi, hanno trovato le domande un po’ difficili. Solo i più preparati, i primi della classe, tanto per intenderci, hanno risposto senza problemi. «Io ho fatto tutto - dice Lucia, elementare di Arcore -, ma i miei compagni hanno avuto qualche difficoltà perché la maestra ci dava poco tempo per rispondere e qualcuno è andato in confusione». In effetti, in seconda elementare, le insegnanti (scambiate di classe per l’occasione) avevano dato solo pochi minuti per rispondere a domande molto facili. C’è stato più tempo per analizzare e rispondere a domande sul racconto del leone che si rifiutava di uccidere gli altri animali e per questo era stato scacciato dalla mamma leonessa. Questo piccolo eroe della savana ha salvato molti cuccioli in difficoltà, ma alla fine proprio lui stava per affogare in un fiume ed è stato salvato dalla sua mamma, forse presa dal rimorso di averlo ripudiato. Accanto alle domande di riflessione, c’erano anche quelle di logica: i bambini hanno dovuto collegare parole alle frasi appropriate (l’alpinista... scala la roccia) oppure segnare le parole simili (capo, testa) e quelle contrarie (alto, basso). Tutto sommato, è stata una prova impegnativa per la mole di domande e per il tempo contingentato. Ma i bambini hanno affrontato questo esamino con serenità.
Diversa la situazione nelle quinte dove l’italiano non è amato da molti. Ma i quesiti per i ragazzini che si preparano ad affrontare le medie erano tutt’altro che complessi. Anche loro hanno risposto a domande dopo aver letto un testo di fantasia su un diavolo che, invidioso della felicità di un uomo, gli ha tolto il sonno per dispetto. E qui tutti se la sono cavata a sbarrare la crocetta giusta: basta attenzione e concentrazione. Qualche regola di base, invece, serviva per i quesiti di grammatica. «Dove si mette l’h in queste frasi?» domandava un quesito che sarebbe andato bene anche per la seconda elementare. Marco, di una quinta elementare milanese, sorride mentre ricorda la prova Invalsi. «Queste sono cose semplici, abbiamo avuto più di un’ora per rispondere.

Domani mi preoccupa la prova di matematica, dove non basta solo il ragionamento, bisogna aver studiato le regole per non sbagliare». Forse è per questo che la matematica rimane la vera pecora nera della scuola italiana.

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