Laura Rio
Una domenica a casa. Con lumiliazione di vedere il suo spazio assegnato a Massimo Giletti e Pippo Baudo, gli altri due conduttori tra cui è stata scientificamente divisa la domenica pomeriggio. Questa è la punizione inflitta a Mara Venier per non essere stata in grado di fermare la rissa avvenuta laltro ieri nel suo salotto. Un momento di apoteosi della Tv trash in cui Antonio Zequila ha minacciato di morte Adriano Pappalardo. Il direttore di Raiuno Fabrizio Del Noce ha messo in atto quanto promesso subito dopo lepisodio: «Apriremo uninchiesta e prenderemo provvedimenti». E dopo aver sentito il direttore generale della Rai, Alfredo Meocci (che dellaccaduto aveva detto «penso tutto il male possibile»), ieri pomeriggio ha preso la decisione di punire quello che Sandro Curzi ha definito «lanello debole della catena», cioè la Venier. Dunque il programma viene sospeso per «permettere ai responsabili di riportare la trasmissione ai contenuti editoriali indicati dalla direzione di rete, e cioè quelli di un talk show prevalentemente femminile» (Perché i maschi amano il turpiloquio?). In sostanza domenica prossima Baudo e Giletti allungheranno i loro spazi.
La Venier con la stessa aria dispiaciuta di domenica mentre chiedeva scusa al «pubblico di famiglie», ieri ha cercato di riparare dicendosi «d'accordo con la decisione di Fabrizio Del Noce», ma non ha mancato di scaricare a sua volta le colpe: «Ho fatto quello che mi diceva il capostruttura», cioè Massimo Liofredi. In attesa che «le competenti strutture aziendali accertino le responsabilità dell'accaduto con le azioni previste dalle disposizioni in vigore» (e cioè si puniscano anche dirigenti e autori del programma), Del Noce conferma pure che Zequila e Pappalardo non potranno più essere presenti nei programmi della rete. Ma, proprio mentre le agenzie di stampa battevano le dichiarazioni del direttore di Raiuno, Michele Cucuzza, sempre sul primo canale, nella Vita in diretta mostrava e rimostrava le immagini di quanto accaduto domenica nel primo pomeriggio. Con laccortezza di coprire le voci di Zequila (che diceva: «Io ti spacco la testa, ti uccido... non ti permettere più di parlare di mia madre»), il rotocalco ha sviscerato laccaduto con lunghe interviste ai due contendenti. In sostanza: in Tv le risse e le parolacce sono deprecabili, ma fanno tanto ascolto. E, allora, dentro la stessa azienda, da una parte le si stigmatizza, e dallaltra ci si butta sopra a capofitto. Anche a Verissimo, il rotocalco della televisione concorrente, se ne è parlato: anzi oggi attendono in studio Zequila.
Pure il rito delle scuse si è trasformato in uno show. Capi cosparsi di cenere su ogni canale. Ha cominciato il direttore di Raiuno che, sempre ai microfoni della Vita in diretta (e più tardi al Tg1 delle 20), con aria contrita, ha detto: «È forse l'episodio più grave accaduto in quattro anni di direzione di Raiuno. Le mie scuse non sono formali ma sostanziali», sottolineando con forza le colpe della Venier: «Doveva interrompere la trasmissione. Non si è a caso conduttori di programmi così importanti. Bisogna avere il sangue freddo per capire quando è il momento di chiudere». Ma la palma doro delle ammende se lè aggiudicata Pappalardo che sfrutta il microfono di Jimmy Ghione a Striscia la notizia. Dopo aver ricordato un particolare fondamentale per chi ha proprio voglia di capire la rissa (Zequila la domenica precedente, sempre a Domenica In, aveva fatto intendere di aver avuto una relazione con la nuora di Pappalardo), il cantante si è dispiaciuto di «aver fatto una pessima figura. Era una fascia protetta, fatta di mamme e bambini». E ricordando di aver fatto la cosa giusta, cioè andarsene, ha spiegato di voler «sotterrare lascia di guerra, senza portare rancore a Zequila».
Infine da notare il diluvio di prese di posizione arrivate ieri tramite agenzie di stampa: quasi tutti i consiglieri Rai e molti politici nonché le solite organizzazioni per la difesa dei telespettatori hanno deprecato lepisodio. E in serata hanno plaudito la decisione di sospendere il programma. Tranne Curzi che ha commentato: «Così cascano le parti deboli. Invece bisogna fare un ragionamento più generale sui programmi».
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