Domenicali ricarica Massa: «Lo voglio come Alonso»

nostro inviato a Madonna di Campiglio

Stefano Domenicali, gran capo della Ferrari in pista, è pacatamente incattivito. Nel senso che conserva l’eleganza dei modi, ma per i colpi che prima portava col fioretto adesso usa il bazooka. Per esempio parlando di Red Bull. Gli fanno notare che Helmut Marko, uomo forte del team campione del mondo, ha più o meno detto che la Ferrari ruba loro i tecnici e Domenicali ribatte serenamente acuminato: «Per noi è normale ricevere richieste di ingegneri che vogliono venire a Maranello, la Rossa rappresenta qualcosa di unico…». E ancora: «Noi restiamo signori anche quando perdiamo… c’è invece chi non lo è neppure quando vince».
E via. Il mondiale 2011 può dirsi ufficialmente aperto. Il 28 a Maranello verrà presentata la Rossa 2011 e dall’1 al 3 i primi test (due giorni Alonso, poi Massa). Quindi, il 13 marzo, Gp del Bahrein. Non a caso, le prime frizioni nascono proprio perché per fare in modo che non si ripetano i pasticciacci di Abu Dhabi, Domenicali ha voluto a Maranello l’ex Red Bull Neil Martin, che sarà a capo dello sviluppo delle strategie, una sorta di regista arretrato che dalla sede dovrà elaborare i dati delle prove e ottimizzare le procedure. Mentre sul campo, al posto di Chris Dyer, l’uomo che ebbe l’ultima parola nell’errore di Abu Dhabi, ci sarà Pat Fry, ex McLaren, capo degli ingegneri in pista. Di più: le frizioni nascono anche per i sospetti sui limiti di spesa forse sforati proprio dalla Red Bull per vincere il passato campionato. «Io parto dal presupposto che tutte le squadre firmatarie abbiano rispettato l’accordo. Un’intesa che, se violata, non avrebbe implicazioni sul risultato 2010 in quanto il patto non ha valenza sportiva… Certo, in caso di verifica, verrebbe però messa in discussione la correttezza del team in questione che sarebbe costretto a spendere meno». Come dire: occhio Red Bull…
Seguono tutte le risposte obbligatorie sul campionato al via, la voglia di rivincita, la delusione da dimenticare, la necessità di «un Gp per nazione» e di preservare quelli storici «come Monza». Il che suona come una bocciatura per Roma. Seguono il ritorno del kers (congegno che accumula energia in frenata da utilizzare al via o in sorpasso) da cui «ci attendiamo che la pole non sia più così determinante come nel 2010», e seguono le molte attese sui sorpassi «perché con l’ala mobile posteriore dovremmo vederne di più» (verrà data la possibilità di variare il carico aerodinamico in fase di sorpasso, si parla di 130 cv in più se abbinato al kers). Seguono infine, e soprattutto, i molti esami che dovrà superare Felipe Massa. «Su di lui abbiamo anche lavorato psicologicamente, ora è molto motivato, noi abbiamo bisogno di due piloti forti e sono convinto che sarà così».

E se dovesse avere un’altra stagione negativa? «Parlare adesso non ha senso, dovremo vedere l’evolversi del campionato».
Fiducia a tempo determinato dunque, fiducia che non toglie di dosso a Felipe l’ombra di Kubica che in molti, se le delusioni saranno davvero troppe, danno pronto a sostituirlo in corso d’opera.

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