La Domus Aurea riapre, ma dopo le feste

Chiusa esattamente un anno fa a causa di gravissime infiltrazioni di acqua che la rendevano inagibile, La Domus Aurea riapre al pubblico.
Dal 30 gennaio prossimo infatti, nonostante i lavori di manutenzione ancora in atto, sarà nuovamente visitabile dai turisti. Il percorso sarà però più breve, le sale visitabili un numero minore. Ma al momento sembra già una buona cosa, dando per certo che, viste le pessime condizioni, dovrà essere mantenuta costantemente.
La storia della Domus Aurea ha da sempre vissuto momenti fasti e nefasti. Costruita dopo il terribile incendio del 64 d.C. dagli architetti Severo e Celere, talmente sontuosa da occupare quasi tutto il centro dell'antica Roma, nei secoli visse momenti bui e quasi disastrosi.
Goethe, nel suo celebre libro Viaggio in Italia, un diario del suo peregrinare nella penisola dal 1786 1788, racconta di aver «percorso le rovine del palazzo di Nerone attraverso campi di carciofi dal terreno recentemente ammucchiato, e non abbiamo potuto astenerci dal riempire le nostre tasche di granito, porfido, tavolette di marmo che qui sono seminate a migliaia». Dunque alla fine dell’Ottocento queste erano le condizioni nelle quali si trovava questo magnifico esempio di architettura romana.
Per secoli è stato preda di saccheggi, ma anche luogo di ritrovamenti eccezionali, come per esempio i famosi affreschi che nel Cinquecento grandi artisti italiani come Raffaello Pinturicchio, e altri, utilizzarono come spunto per le decorazioni di logge e stanze papali.
Purtroppo dei grandi capolavori pittorici preesistenti poco rimane, ma il percorso ora pensato dagli archeologi e dagli ingegneri permette di vedere da vicino quello che resta. Grazie a delle apposite pensiline si potranno, infatti, ammirare da una prospettiva ravvicinata gli affreschi della sala cosiddetta «Dalla volta Dorata», chiamata in questo modo perché un tempo decorata con stucchi realizzati con foglie d’oro, che, prima della chiusura del piano nobile da parte di Traiano, splendevano anche grazie alla luce che proveniva da un giardino a terrazzo che si trovava esposto a Sud.
Di eccezionale valore artistico anche un mosaico, probabilmente risalente all’epoca flavia, che si trova nelle Terme di Traiano, a pochi metri dalla Domus Aurea.

Il mosaico della Vendemmia, così nominato, ritrovato nel 1998 durante una campagna di scavi, ma reso accessibile agli archeologi per i lavori di restauro solo nel 2004, ma non ancora visitabile, permette di constatare, ancora una volta, le straordinarie capacità degli artisti dell’epoca.

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